Municipio Ponente - 27 agosto 2022, 08:00

Pra’, a otto anni dall’alluvione, il Rio Fagaglia è ancora un cantiere

Nel letto del torrente giacciono ferraglia, tubi, sacchi. Ripetute segnalazioni al Comune di Genova da parte dei residenti e dei consiglieri municipali. Nel 2014 venne giù una casa e altre tre furono evacuate

Pra’, a otto anni dall’alluvione, il Rio Fagaglia è ancora un cantiere

I lavori di messa in sicurezza del Rio Fagaglia, sulle alture di Pra’, nel Ponente genovese, sono fermi da quasi tre anni e nessuno riesce a capire il perché e, soprattutto, riesce a capire se ci sarà la possibilità che vengano completati. Nel frattempo, nel letto del torrente sono abbandonate ferraglie, tubazioni e altri oggetti che facevano parte del cantiere e che rappresentano un serio pericolo in caso di piena.

Nei giorni scorsi, in coincidenza con le prime allerte meteo, si è tornato a sperimentare quanto sia fragile la Liguria, per questo i residenti sono tornati a chiedere una particolare attenzione rispetto al Fagaglia. La situazione è ampiamente nota al Municipio VII Ponente, sia al precedente presidente, Claudio Chiarotti, che all’attuale, Guido Barbazza, che proprio in campagna elettorale era stato qui promettendo un impegno per sbloccare la situazione.

“Gli unici lavori completati - fa notare il consigliere municipale del Partito Democratico, Matteo Frulio, già assessore ai Lavori Pubblici nella giunta di Chiarotti - sono stati quelli sulla strada di via Villini Negrone, sulla sponda verso Ponente, ma anche qui c’è voluto parecchio impegno rispetto alla ditta che ha ricevuto l’appalto dal Comune di Genova”.

La necessità di intervenire, e anche in maniera piuttosto importante, arrivò a seguito degli eventi alluvionali del novembre 2014, quando una frana nella zona di via Montecucco causò il crollo a valle di una villetta dove abitava una coppia e provocò lo sfollamento di altre tre famiglie dalle rispettive abitazioni.

Nel marzo del 2018, la gara indetta dal Comune di Genova fu vinta dall’impresa AZ srl di Albenga, per un importo complessivo di “euro 238.692,59 compresi euro 13.347,46 per oneri di sicurezza ed euro 27.222,17 per opere in economia, il tutto oltre Iva”: determina a firma del dirigente della Direzione Progettazione del Comune di Genova, l’architetto Luca Patrone, mentre il responsabile del servizio finanziario è Giovanni Librici e il responsabile unico del procedimento è il geologo Giorgio Grassano. Per la ditta, a presentare l’offerta è Massimo Arimondo.

Gli abitanti ricordano adesso i vari passaggi di questa soffertissima vicenda: “Nel 2019 mancava circa un mesetto per la conclusione dei lavori al secondo argine di contenimento del Fagaglia. Non sappiamo il motivo, ma l’azienda ha interrotto i lavori per sei mesi, poi è ritornata ma purtroppo si è verificato un forte evento alluvionale che ha reso inagibile per diverso tempo il cantiere. Si sono verificati molti danni per frane anche lungo tutto il tragitto degli argini del torrente Fagaglia, soprattutto nei punti che sono stati alterati, vedi chiusura di uno dei due rami del Fagaglia, o demoliti per rendere il letto del torrente carrabile”.

Quindi, “appena è stato possibile, l’azienda ha ripristinato la viabilità per arrivare al cantiere e ha effettuato lo scavo di sei metri in lunghezza per completare l’ultimo tratto di muro. Purtroppo l’azienda è sparita poco dopo lasciando incompiuta l’opera. La parte superiore del primo argine era stata costruita con gabbioni di pietra ma è stata rimossa e le pietre sono state usate per stabilizzare il fondo del torrente. Negli anni successivi si sono aggravati i danni lungo tutto il tratto e sugli argini costruiti con escavazioni importanti e conseguente aumento dei crolli”.

Quindi il Rio Fagaglia non solo non è stato messo in sicurezza ma, se possibile, è stato reso ancor più pericoloso rispetto a prima. “Sono almeno tre anni che segnaliamo la cosa agli uffici. Ma in alveo non è stato portato avanti nulla”, fa presente Matteo Frulio. Lo scorso 31 maggio, pochi giorni prima delle elezioni amministrative, l’allora candidato presidente del Municipio VII Ponente, Guido Barbazza, dichiarava così: “A distanza di otto anni dall’evento alluvionale, nonostante la costruzione di un tratto di muro di contenimento in cemento armato, i lavori non sembrano completati, e nell’alveo del torrente si trovano abbandonati da anni ammassi di materiali da costruzione quali sacchi di cemento e tondini di ferro. L’edificio pericolante della casa distrutta dalla frana è sempre li, insieme alla scia di detriti e rottami scesi a valle. L’impressione non è né positiva né rassicurante. Ci sarà molto da fare anche per risolvere questa annosa questione”. Sì, è annosa e da risolvere, e pure parecchio imbarazzante. 

Alberto Bruzone

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