Il nuovo PSI dice la sua riguardo alle elezioni, con richiami a Einaudi, Spadolini, Craxi:
"Luigi Einaudi, liberale moderato, fu tra i primi a comprendere il valore del Socialismo come scuola di elevazione morale e fu tra i primi a collaborare alla Critica Sociale di Filippo Turati e a versare il suo obolo ai condannati dalla reazione antiliberale di Crispi nel 1898.
In una sua pagina autobiografica si può leggere : "Gli anni eroici del movimento operaio italiano ... [coincidono con] ... i ricordi degli anni miei giovanili, quando assistevo alle adunanze operaie in via Milano in Genova o discorrevo alla sera in umili osterie dei villaggi biellesi con operai tessitori".
Giovanni Spadolini, 50 anni fa, ne riassumeva così il pensiero sociale : "Sulla scia dell'insegnamento liberale, l'Occidente ha compiuto grandi passi sulla via della "sicurezza sociale"; ma oggi incombe il rischio che sui paesi democratici è quello di una "previdenza pubblica" che superi i confini naturali e invada il campo dell'azione e dell'iniziativa individuale, fino a isterilirla del tutto".
Nell'Italia del "reddito di cittadinanza", dei ristori e dei salari (imposti dalla legge e non dalla contrattazione fra le parti) si è raggiunto il baratro einaudiano di un "Socialismo di Stato" che risorge con le varie CDP, Invitalia e AMCO.
Ma si è colpito anche il Lavoro.
Il tenace rifiuto della lezione del Riformismo e del Socialismo Liberale del PSI di Bettino Craxi, mette a nudo la reale natura massimalista e confessionale di un campo "progressista" che Einaudi stesso aveva definito "utopia reazionaria".
Premessa, aggiunse Einaudi, alla "morte spirituale dell'Umanità".
Chi si riconosce ancora nei valori di Democrazia, Libertà e Giustizia Sociale del Riformismo e del Socialismo Italiano non può non rispondere positivamente all'appello di Stefania Craxi, di Stefano Caldoro e di Alessandro Battilocchio per un voto Socialista e Liberale per il domani dell'Italia in Europa."







