Nel giorno in cui oltre 166mila studenti liguri sono rientrati a scuola dopo le vacanze estive, a Genova è andata in scena la protesta della Rete degli Studenti Medi Liguri, che questa mattina ha esposto due striscioni, uno al liceo Cassini e un altro al Leonardo Da Vinci.
Presente al Cassini il coordinatore della Rete degli Studenti Medi Francesco Devoti: “Quest'anno ci saranno le elezioni politiche – ha dichiarato Devoti a La Voce di Genova – che si inseriscono in un contesto in cui la scuola viene da due, tre anni in cui la considerazione è stata minima. Per questo abbiamo colto la palla al balzo del primo giorno di scuola per far vedere quello che noi pensiamo della scuola e quello che vogliamo che la politica faccia. Nelle forze che probabilmente andranno a costituire la maggioranza nella prossima legislatura vediamo che c'è molta poca attenzione verso i temi della scuola, da altre un po' di più, però noi vogliamo integrare queste proposte con un nostro manifesto che si chiamerà 'Agenda Z' che contiene cento proposte studentesche per cambiare la scuola e cambiare il paese”.
“Queste proposte – continua Devoti – sono state presentate con queste proposte che recitava 'Da zero a cento vogliamo tutto'. Questo deriva dal fatto che lo scorso anno avevamo un altro slogan: 'Il futuro è nostro, ripartiamo da zero'. Noi siamo ripartiti da quello zero costruendo una piattaforma di cento proposte che si articolano in diritto allo studio, lavoro, ambiente, salute mentale e spazi sicuri. Questi cinque macro temi sono declinati con delle proposte più specifiche come per esempio l'incremento dell'edilizia scolastica, il 5 per cento del pil speso in istruzione, lo psicologo di base, gli sportelli psicologici nelle scuole, la riforma dei cicli e della rappresentanza, l'inserimento dell'educazione all'affettività e dell'educazione ambientale”.
“Noi – conclude Devoti commentando il ritorno in classe senza mascherine – rispetto a questa liberalizzazione rispetto alle misure pensiamo, crediamo e speriamo che diventi lo spunto per riprenderci gli spazi che abbiamo perso durante questi anni. Allo stesso tempo siamo ben consci che la situazione potrebbe peggiorare, in quel caso ci affidiamo alla scienza e comprendiamo che se c'è la necessità di tornare a misure più restrittive, se lo si fa per la salute di studenti e studentesse e delle loro famiglie, la vedremmo di buon grado”.










