Municipio Centro Est - 08 ottobre 2022, 09:45

A scuola di fumetti, intervista con Andrea Piccardo della Genoa Comics Academy (Video)

Tra i banchi sono passati tanti artisti che sono poi riusciti a diventare professionisti. La caratteristica principale di ognuno di loro? "Tantissima pazienza e tanta tanta voglia"

A scuola di fumetti, intervista con Andrea Piccardo della Genoa Comics Academy (Video)

La passione, talvolta, può diventare professione. È il caso di alcuni degli ex alunni della Genoa Comics Academy, l’accademia del fumetto che ha sede nel cuore del centro storico di Genova, in via Luccoli, così come degli insegnanti che nel corso degli anni si sono avvicendati tra i banchi dell'Accademia.

In occasione della partenza delle lezioni per questo nuovo anno, abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Andrea Piccardo, presidente dal 2011 della scuola.  

Che cos’è la  Genoa Comics Academy?

È letteralmente un’accademia del fumetto. I nostri allievi, facendo un percorso di crescita da quando sono piccoli all’età adulta, intesa in termini stilistici e di capacità e non solo anagraficamente, imparano a fare fumetti, o a diventare illustratori o diventare mangaka.

In questi anni abbiamo lavorato tanto con allievi molto piccoli e allievi che sono riusciti a crescere e diventare professionisti nel mondo del fumetto, dell’editoria e dell’illustrazione.

Non è un percorso facile, perché in Italia si tende a sottovalutare l’idea che creare fumetti sia effettivamente un lavoro: si tratta di un lavoro molto bello che implica collaborazione, per cui già da piccoli i bambini imparano a dover relazionarsi fra loro perché qualcuno è più bravo a scrivere le storie, qualcun altro più bravo a disegnarle, qualcuno ancora diverso a colorarle, a inchiostrarle, a disegnare e creare gli ambienti. Funziona come nel professionismo.

Abbiamo differenti competenze e differenti docenti che si occupano settorialmente delle loro materie specifiche. Abbiamo quindi il docente di inchiostrazione, Fabrizio Longo, che si occupa di questa parte, poi c’è l’insegnante di anatomia e costruzione del personaggio che è Alessandro Parodi; Davide Morando è il docente di sceneggiatura. Ognuno di noi si occupa della sua specifica materia. I nostri allievi devono imparare a fare tutto: devono saper fare sia il disegno sia saper leggere una sceneggiatura. 

È più facile insegnare a raccontare una storia in modo completo ai nostri alunni, perché poi ognuno prenderà una strada diversa: chi scrive le storie, conoscendo le difficoltà del disegnatore potrà cercare di farlo nel modo migliore possibile, e allo stesso modo un colorista potrà andare incontro al disegnatore, conoscendo quali sono le sue criticità.

Che età hanno gli iscritti?

Le iscrizioni partono dai 7 anni: un’età già scolarizzata, i bambini devono sapere almeno scrivere minimamente, e si arriva fino ai 99. Quando hai 100 anni non puoi più iscriverti (ride). 

Si è appena concluso l’open day, ci sono state tante visite all’Accademia?

Abbiamo avuto tantissime adesioni. Ormai sono 11 anni che siamo attivi, quindi abbiamo oramai consolidato una pratica che attrae tanta gente, tante persone ci vogliono bene e ci seguono da allora.

La cosa bella è che quello che noi spieghiamo nell’open day alcuni già lo sanno e ci seguono per questo: non facciamo solo lezione di fumetto, ma prendiamo chiunque voglia sostenere un percorso nel mondo del fumetto. Anche i nuovi iscritti spesso si agganciano a noi per questa ragione. 

L’anno scorso, per esempio, siamo stati chiamati a dare una mano a Palazzo Ducale con la mostra di Hugo Pratt. Organizziamo eventi dedicati al contrasto alle mafie, a come si racconta una storia di questo tipo nelle scuole, anche fuori Genova come è successo a Montecatini Terme con il progetto “Transiti”. Lo strumento del fumetto consente una narrazione agile e non banale di argomenti anche complessi, a tutti i livelli, sia a docenti sia ai ragazzi più giovani. 

Tra chi è passato tra questi banchi c’è qualche nome che può essere conosciuto ai più?

I nostri docenti sono abbastanza famosi: Roberto Laocello è il disegnatore del fumetto di Bud Spencer, Fabrizio Longo è uno dei disegnatori di Dampyr di cui uscirà il film al cinema. Abbiamo alcuni allievi che sono diventati illustratori tipo Federico Bonfiglio, Giobatta Sezzi che è attualmente sia illustratore che fumettista e ha già pubblicato i suoi lavori. Ci sono ragazzi che hanno già intrapreso il mestiere del fumettista. Diego Merola è uno dei nostri allievi che l’anno scorso è stato candidato al premio Boscarato, uno dei più importanti del fumetto, con un suo web comics. 

Quali caratteristiche deve avere un buon fumettista?

Il lavoro è lavoro, si inizia per passione e per imparare a fare fumetti ci vuole un po’ di tempo. La caratteristica che deve avere un fumettista è tantissima pazienza e tanta tanta voglia. È un lavoro che ti costringe a stare sul tavolo da disegno per tante ore, chinato, a fare dei segni che poi, probabilmente, dovrai cancellare, buttare via, farti rifiutare dall’editore. Questo significa anche essere belli scafati a ricevere dei no, a ricevere delle disattenzioni da parte del settore. 

Devo dire che negli ultimi anni il mondo del fumetto è ben accettato dalla cultura di massa per cui lo troviamo sia nei film sia nei giornali, nei quotidiani, lo troviamo molto su internet. È diventato un prodotto più di massa ed è un pochino più facile far capire che è un lavoro e non è un passatempo perché siamo rimasti bambini. Anche se un po’ lo siamo rimasti. Questo è l’atteggiamento che applichiamo anche con i piccoli. Vengono ma non prendiamo tutti tutti. Chi viene a scuola è un futuro fumettista, tendenzialmente. Gli facciamo un colloquio dove devono portarci a vedere cosa sono capaci di fare. Se non sono in grado di fare proprio nulla, ci sono altre attività: possono andare a giocare a pallone, a sperimentare altre cose, ma il mondo del fumetto magari non è adatto a loro. Con questo sistema abbiamo la possibilità di non fare proprio l’asilo, dove prendiamo proprio tutti, e possiamo accogliere persone che hanno voglia di diventare fumettisti, con loro riusciamo a fare il percorso di crescita di cui parlavamo all’inizio. Si crea un ambiente di lavoro consono. In classe fanno anche i matti eh, c’è la disponibilità per far tutto.

Ottobre è il mese degli eventi in cui tanti dei vostri docenti sono impegnati, dal Book Pride a Rapalloonia che sono tutti in queste settimane, è un bel segnale per voi?

È stato presentato un libro di Giobatta Sezzi, ha finito il quarto anno come allievo e diventerà docente. Lui ha fatto tutto il percorso dall’inizio, ha iniziato quando era piccolo era insieme a noi. E’ diventato un bravissimo fumettista. Abbiamo tanti autori a BookPride, a Rapalloonia e a Chiavari al Castello dove verranno presentate anche autori di fuori, quindi siamo veramente ovunque.

Isabella Rizzitano e Chiara Orsetti

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