Attualità - 25 ottobre 2022, 07:22

Tra produzione artigianale e attenzione sociale, nel centro storico apre "In prosciutteria, cose buone"

Prodotti selezionati e produzione artigianale per la prosciutteria in vico del Fieno per l'attività che dà lavoro a chi è in difficoltà

Tra produzione artigianale e attenzione sociale, nel centro storico apre "In prosciutteria, cose buone"

Ha aperto da qualche settimana nel cuore del centro storico una nuova attività commerciale che, tra i suoi intenti, ha anche quello di offrire lavoro a chi si è ritrovato a vivere periodi di difficoltà.

E’ “In prosciutteria, Cose Buone” in vico del Fieno, a pochi passi da piazza Soziglia.

Il locale vede la partecipazione della società senza scopo di lucro “I filari di Nabot”, progetto nato da un gruppo di sette amici e che vede l’impegno anche di monsignor Nicolò Anselmi, vescovo ausiliario di Genova e parroco delle Vigne.

Tra gli obiettivi dell’associazione c’è il reinserimento di persone che hanno vissuto o vivono un momento di difficoltà.

Ne abbiamo parlato con Manuel Messina, responsabile del locale nel centro storico.

“In Prosciutteria - racconta Messina - nasce con l’obiettivo di non essere la solita prosciutteria, non con i soliti prodotti che si possono trovare ovunque ma ricercando un’unicità in quello che può essere il campo dei salumi e dei formaggi. La nostra prerogativa è di cercare il meglio e di valorizzare il più possibile le aziende agricole del territorio. Per ora, ci stiamo riuscendo facendo un grande lavoro di ricerca che man mano, ci sta dando la possibilità di instaurare rapporti con aziende agricole e produttori, scovando piccole chicche del territorio”.

Una doppia valorizzazione, non soltanto cibo e le realtà intorno, ma anche una riqualificazione del centro storico.

“Valorizzare e riqualificare il centro storico, specie in una via come vico del fieno che spesso e volentieri è nascosta da altri due vicoli confinanti che sono un po’ più frequentati, vico del Fieno è rimasta un po’ più nell’ombra e pian piano, grazie a noi e ai ristoranti accanto e attività che stanno aprendo, sta riavendo vita”.

Un’apertura che ha avuto successo, a giudicare dalla reazione del pubblico: “Le persone che si sono avvicinate si sono subito chieste ‘che cosa siete?’ Per noi è stata la domanda tipo e più bella perché ci ha dato modo di raccontare la nostra storia, quella che abbiamo alle spalle e che coinvolge i Filari di Nabot e tutto quello che ci ha portato a essere qui. Sopra di noi, ma con una mano sulle nostre spalle c’è appunto la società I Filari di Nabot, si tratta di un gruppo di soci che hanno diverse provenienze: c’è chi è medico, chi avvocato, chi assicuratore, e hanno avuto l’obiettivo di creare posti di lavoro e di includere persone che sono state un po’ più sfortunate nella vita in una società che spesso tende a escludere e a emarginare piuttosto che rendere di nuovo partecipi”.

Un’ultima curiosità, riguarda il menù proposto dalla prosciutteria: “Quello che proponiamo noi è, come si vede anche dalla lavagnetta all’esterno del locale, una selezione di panini con pane e panificati di nostra produzione, come pane, focaccia e simili. 

Questo ci permette di controllare la qualità di tutti gli ingredienti che compongono i nostri panini. La ricerca di qualità nei salumi e nei formaggi ci ha portato a offrire una qualità anche nel pane. Abbiamo conserve artigianali, tutte provenienti da piccoli produttori agricoli, si possono trovare anche degustazioni di salumi e formaggi accompagnati da una selezione di vini.

I Filari di Nabot è un’impresa sociale che vuole sviluppare attività imprenditoriali per creare opportunità di lavoro a favore di persone che, a causa di svariate ragioni, si sono trovate a vivere un momento di difficoltà.

L’impresa si propone di avviare molteplici attività commerciali dove le persone possano trovare spazi di ripersa e di soddisfazione in un clima di comprensione reciproca. Un contenitore, insomma, per diverse attività che vuole offrire impieghi lavorativi per il maggiore numero di persone che, diversamente, farebbero fatica ad avere un’occasione nel mercato del lavoro.

L’impresa, per sua costituzione, prevede che gli utili delle attività d’impresa vengano reinvestiti per nuove iniziative che creino nuove opportunità di lavoro e di inclusione sociale. Gli amministratori e i soci sono tutti volontari e non percepiscono alcuni compenso. 

Isabella Rizzitano

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