Genova - 13 novembre 2022, 19:22

Il Genoa non vince e non convince, il "Ferraris" sembra ora un tabù: col Como è 1-1

A Coda risponde Cerri, segnando l'ennesimo stop interno per i rossoblù che fin qui hanno raccolto una sola vittoria in stagione in casa e vedono allungare Reggina e Frosinone

Il Genoa non vince e non convince, il "Ferraris" sembra ora un tabù: col Como è 1-1

Difficile trovare un punto da cui partire nell'analisi, quel che invece pare chiaro e palese per il Genoa al termine della sfida interna chiusa solamente sul misero pareggio con una rete a testa col Como è l'involuzione dei rossoblù.

Due i momenti chiave per raccontare il primo pomeriggio della stagione in cui il "Ferraris", ora quasi un tabù per il Vecchio Balordo con una sola vittoria fin qui in casa, sbatte la porta in faccia ai suoi beniamini dalle polveri sempre troppo bagnate salutandoli al grido di "meritiamo di più".

Il primo è all'inizio del secondo tempo, quando il tecnico Blessin comincia a rivoluzionare una squadra di cui poi ammetterà, a fine gara, non essere stato contento dei tempi di gioco in fase di non possesso. A farne le spese Badelj e Aramu sostituiti da Hefti, per mettere in mezzo Frendrup dirottando a sinistra Sabelli, e Yeboah per passare alla doppia punta. 

Scelte che hanno portato a un cambio di pelle rispetto alla prima frazione chiusa in vantaggio col rigore di Coda (sostituito quasi inspiegabilmente intorno all'ora di gioco in luogo di un evanescente Puscas) per atterramento di Portanova (17') e una doppia buona occasione, sempre per la punta campana, fermato pure dalla traversa (47' pt). Azioni figlie di un Genoa diverso dal solito, in difficoltà ad alzare i ritmi col palleggio ma comunque pungente. Seppur senza chiudere i giochi.

Qui si arriva al secondo momento chiave: la rete del pareggio con l'incornata di Cerri (67'), al quale era stata annullata già in apertura una rete (4') e anche Semper aveva negato la gioia del gol insieme a Iovine (42'), che sancisce l'ennesimo secondo tempo non sufficiente dove pure il Grifone avrebbe segnato la seconda rete con Dragusin su palla inattiva, ma la posizione di Puscas davanti a Ghidotti rende vano il tutto (69').

E così, anche stavolta, l'avversaria pare dare la sensazione di aver preso le misure al Grifone, trovandone il tallone d'Achille per colpire e poi controllare una reazione al gol subito fatta di tanti uomini nell'area avversaria, senza trovare conclusioni davvero pericolose.

Ora forse, a metà novembre e con una pausa alle porte in cui far recuperare le forze a qualcuno e riorganizzarsi nelle idee, è presto per gettare via il bambino con l'acqua sporca. Riflettere, mantenendo la calma, è un dovere del tecnico e anche della società.

Mattia Pastorino


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