Eventi - 23 novembre 2022, 11:37

Premio Ipazia 2022 alla Nuova Drammaturgia, Valentina Fantasia di Formia vince con "Il sogno di Moneva"

Il premio è stato assegnato ieri sera nel foyer del teatro Ivo Chiesa nell'ambito del Festival dell'Eccellenza al Femminile

Premio Ipazia 2022 alla Nuova Drammaturgia, Valentina Fantasia di Formia vince con "Il sogno di Moneva"

Il Festival dell’Eccellenza al Femminile, alla sua XVIII edizione, ha consegnato martedì 22 novembre al Foyer del Teatro Ivo Chiesa, davanti a blogger, giornalisti e giurati il “Premio Ipazia 2022 alla Nuova Drammaturgia”.

La giuria, presieduta dalla giornalista Silvana Zanovello, critica teatrale, ha deciso per il successo – meritato – di Valentina Fantasia di Formia con “Il sogno di

Moneva”. Valentina, ottava di dieci figli, vive a pochi passi dal mare e fa parte di una compagnia teatrale da quando aveva quattordici anni. Dal 2017 frequenta corsi di scrittura creativa.

Per due volte è stata selezionata al concorso letterario “Caffè Moak” e nel 2018 si è classificata terza in una serata del concorso nazionale “8x8”. Suoi racconti sono apparsi sulle riviste online Purpletude e Formicaleone, e più volte in antologie. Con il monologo ‘Blu’ si è classificata seconda al concorso di drammaturgia “Folle d’autore de La Corte dei Folli” di Fossano nel 2019, mentre con l’atto unico “Vulcania” ha vinto il premio Mecenautore nel 2020.

Inoltre, con l’atto unico ‘Il Posto Perfetto’ ha vinto la sezione drammaturgia del concorso nazionale “Carta e Penna” indetto dalla FITA e il Concorso “Tragos 2022”. Con il monologo “Ditelo al mondo”, da lei scritto e interpretato, è stata finalista al festival “Estrocorti” di Bologna, al festival “Corteggiando” di Piacenza nel 2019 e alla rassegna “Carlo Dapporto” di Sestri Levante nel 2020. Oltre che di teatro e scrittura, è appassionata di fotografia e letteratura.

 Questa la motivazione della Giuria alla consegna del Premio: “Una realtà sommersa sotto i raggi di un sole accecante ne “Il sogno di Moneva” viene filtrata da un linguaggio ben ritmato e immune da tentazioni retoriche. Non sono queste, tuttavia, le note più originali che hanno spinto la giuria del Premio Ipazia ad assegnare il riconoscimento alla storia di una bracciante agricola, arrivata in Campania dalla Bulgaria e vittima del regime dei reclutatori. Non mancano infatti in questi ultimi anni, in Italia, esempi sia pur rari e di nicchia, di storie simili a questa: di caporali che sembrano mossi, come le donne sfruttate, dalla rassegnazione a un destino ineludibile di povertà. Quello che distingue il “Sogno” è un coraggioso cambio di passo: dal teatro documento o teatro sociale del quale non si nega certo l’utilità, a un balletto dell’assurdo che ha anche una sua specifica e particolarissima forza artistica. Un’alternanza ben orchestrata dei dialoghi tra le amiche di Moneva, morta di infarto mentre raccoglieva fagiolini e le registrazioni per il tribunale, con i reclutatori che si impegnano a far sparire il cadavere (per evitare con la mafia guai più grossi di un’inchiesta giudiziaria?) fa passare lo spettatore dal realismo a un mondo dove i

viventi sono fantasmi e il cadavere che tutti cercano e nessuno trova, assume una finta corporeità materializzandosi in surrogati grotteschi: come la farina spacciata per cenere

consegnate alle amiche che la disperdono mute in mare: in acque nel quali decidono di bagnarsi concretizzando con leggerezza un sogno di purificazione finale.

Siamo su un crinale dove l’equilibrio è difficile ma l’autrice ha la misura per evitare scivoloni inutilmente macabri e dare un’impostazione teatrale alla denuncia”.

Applauditissimo l’intervento in diretta web della vincitrice, con piena soddisfazione della Giuria.

Redazione

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