Politica - 20 dicembre 2022, 13:09

Infrastrutture, la Rete Genovese dei Comitati contro la Cgil che definisce le opere "necessarie e importanti"

La Rete si dice stupita dal contenuto della relazione stilata nell'ambito del recente congresso della Filt Cgil che definisce le opere in progettazione a Genova come "necessarie e importanti"

Lo Skymetro della Valbisagno

Lo Skymetro della Valbisagno

La Rete Genovese dei Comitati si scaglia contro un report della Filt Cgil che nel documento politico conclusivo del recente congresso parla delle opere in progettazione a Genova come “necessarie e importanti”.

“I cittadini – si legge in una nota - non vogliono discutere dei progetti di 'grosso impatto' che riguardano il territorio solo dopo che tali progetti sono stati decisi, bensì prima, in modo che si possano esaminare ed analizzare ed eventualmente realizzare così come vengono presentati oppure vedere se ci siano possibili alternative meno impattanti, più utili e meno costose.

Leggiamo con molta incredulità e stupore un passaggio del 'Documento politico conclusivo del XII congresso provinciale della FILT CGIL'. In questo si afferma: 'Nella nostra città la mobilità è alla vigilia di grandi cambiamenti …..…. restyling delle rimesse Guglielmetti e Staglieno, l’ampliamento del percorso della metropolitana a Terralba e Rivarolo, il people moover agli Erzelli, il progetto dei 4 assi, lo skymetro e la funivia dei Forti di Genova. Progetti importanti ... sicuramente sono opere necessarie e fondamentali... …. che vanno discusse con il territorio perché sono di grosso impatto'.

Cosa significa che 'vanno discusse'? È evidente che se tale discussione viene proposta dopo aver definito le opere 'sicuramente necessarie e fondamentali', la FILT CGIL intende che il territorio dovrà in un modo o nell’altro farsele andare bene anche se sono di 'grosso impatto'.

La Rete Genovese dei Comitati nasce proprio per controbattere questo tipo di affermazioni.
Noi chiediamo che i progetti che riguardano i territori (cioè la vita quotidiana delle persone) siano discussi prima che vengano finanziati e appaltati. E ciò non solo per valutarne le conseguenze ma anche per capire se ci siano possibili alternative meno impattanti, più utili e meno costose. Insomma, condivisione e partecipazione per tempo, il che sarebbe anche un obbligo di legge.

Invece è successo più volte che i cittadini siano venuti a conoscenza di quel che stava per succedere dai giornali, con la notizia dell’avvenuto finanziamento o gara di appalto oppure addirittura mesi dopo nell’imminenza dell’apertura dei cantieri. Ciò è successo per il 'restyling' della rimessa di Staglieno e per la ventilata rimessa di Via delle Campanule, per gli ampliamenti della metropolitana a Rivarolo, per il progetto dei 4 assi, per lo skymetro, per la funivia dei forti.

Praticamente quasi tutti i progetti citati dalla FILT CGIL!! Ma lo stesso è successo anche per altri progetti non legati alla mobilità (ricordiamo lo spostamento dei depositi petroliferi, ulteriore impianto crematorio nel Cimitero di Staglieno).

Oramai è appurato che il modus operandi degli enti locali è quello di agire senza informare ma anche il coinvolgimento dei territori, come lo intende la Filt Cgil, non va bene perché definire le opere da loro menzionate 'necessarie e fondamentali' e dopo 'che vanno discusse col territorio' significa solo che bisogna trovare un modo per farle accettare ai cittadini e questa non è vera partecipazione. La buona amministrazione è tutt’altra cosa, a nostro parere.

Per questo siamo rimasti increduli e stupiti: come può essere che un sindacato come la FILT CGIL possa esprimere concetti simili, ponendosi quindi da una parte diametralmente opposta a quella dei cittadini? Noi leggiamo queste frasi come una sonora sberla a chi con fatica e abnegazione lotta ogni giorno contro i soprusi del potente di turno, contro lo spreco di soldi pubblici, contro la disinformazione e la manipolazione della popolazione.

Noi leggiamo queste frasi come un plauso acritico ed incondizionato alle scelte di questa Amministrazione Comunale: non bisogna disturbare il manovratore! I piccoli vantaggi interni ad un’azienda derivanti non possono giustificare un modo di pensare di questo tipo.

Alla CGIL chiediamo di fare un ragionamento politico complessivo - a prescindere del giudizio che si può dare alla singola opera - sui metodi, che non devono mai escludere l’informazione e la partecipazione dei cittadini prima che il progetto sia deciso. All’Amministrazione Comunale chiediamo di smetterla di calare progetti dall’alto, usando reali strumenti di partecipazione per confrontarsi con chi vive i territori e vorrebbe continuare a viverci”.

Redazione


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