Waterfront, Bucci: "Più spazi alle riparazioni navali, ma lavoro e turismo devono coesistere" (video)

“Porto e città devono convivere, è la nostra storia di mille anni di repubblica dove porto e città erano una cosa sola, il porto era la forza della città e la città era la forza del porto”. Il sindaco Marco Bucci ne è convinto e lo ha detto dopo la 'Passeggiata di Primavera' iniziata con un duro confronto con i sindacalisti della Fiom in merito al futuro delle riparazioni navali, che i lavoratori sentono minacciate dall'apertura dell'area al pubblico della passeggiata del Waterfront di Levante che prevede il collegamento tra la Foce e varco delle Grazie, dove questa mattina gli operai hanno manifestato. 

“Noi dobbiamo arrivare a questo obiettivo, ci stiamo già riuscendo, ci sono tante cose che stanno andando nel senso giusto, oggi abbiamo visto quali sono le realtà importanti della città, realtà che fanno lavoro che vogliamo sostenere e allargare, dando molte più superfici al lavoro e alle riparazioni navali”, ha aggiunto Bucci, che proprio sul lavoro ne ha parlato come “priorità numero uno, fino a oggi abbiamo fatto più di trentacinquemila posti di lavoro e quindi continueremo in quest'ottica. Sta di fatto che anche la parte turistica della città deve arrivare ad avere l'acqua vicina alle mura, l'obiettivo finale del nostro progetto e per farlo è necessario che ci siano modiche alla realtà di adesso, le faremo insieme con una progettazione condivisa. Certo è che bisogna pensare al futuro, la città è stata ferma per troppo tempo ed è l'ora di pensare al futuro, lo stiamo facendo da cinque anni e continueremo a farlo perché vogliamo che Genova diventi una grande città internazionale con posto per tutti, dove è bello vivere, lavorare, trascorrere tempo libero. Il lavoro è la priorità numero uno, ma ci sono tante altre cose che devono essere fatte oltre al lavoro, bisogna cercare di armonizzare tutto, so che non è facile, ma chi si tira su le maniche, l'abbiamo dimostrato, raggiunge l'obiettivo”. 

Sull'apertura al pubblico il sindaco si è detto soddisfatto dell'affluenza “Sono molto contento, è la dimostrazione che ai genovesi interessa vedere queste aree. Io sono entrato per la prima volta nel porto a 32 anni, quando c'erano le Colombiadi nel '92, questo vuol dire che era tutto chiuso, noi vogliamo che il porto sia aperto, vogliamo che la gente sappia e capisca che le aree di lavoro sono una cosa importante, se non le facciamo vedere come pensate che possano capire che siano importanti”.

“Dall'opera – ha concluso Bucci – ci aspettiamo che Waterfront e Porto Antico possano giocare insieme, ma anche che i genovesi capiscano cosa vuol dire riparazioni navali e che diano valore al lavoro, l'attività numero uno della città”.

Sul caso è intervenuto anche il viceministro alle infrastrutture Edoardo Rixi, presente questa mattina. "Siamo per mantenere e rinforzare le riparazioni navali. Bisogna avere il coraggio di razionalizzare gli spazi non solo per la città, ma anche per il porto, magari anche con qualche braccio di ferro con la Soprintendenza perché ci sono aree portuali vincolate, e se non lo fossero potrebbero essere utilizzate per spazi produttivi importanti. Le risorse? A oggi qua non abbiamo usato risorse pubbliche, sul Waterfront ci sono stati interventi privati".

Per quanto riguarda il futuro dell'area, in vista della realizzazione del tunnel subportuale, "Cambierebbe il sistema di viabilità che oggi ha delle interferenze importanti come la Sopraelevata e i raccordi. Se si riuscisse ad aprire il valico si accederebbe alla metropolitana, quindi si collegherebbe tutta l'area. Il problema non sono i soldi, ma la città deve decidere qual è il suo futuro, se vuole razionalizzare le aree in modo che quelle industriali vengano riqualificate mantenendo il lavoro e creandolo di qualità o si decide che si va avanti così. La Fiom giustamente è preoccupata sul tema delle riparazioni navali, ma mi sento di garantirla che non c'è intenzione di ridurle o limitarne l'utilizzo. Allargamento a mare? Si può fare, ma prima bisogna fare la diga, quando l'avremo si potrà fare tutto, lo sto dicendo anche al sindaco, prima di lanciarsi in mille discorsi portiamo a casa due, tre risultati strutturali per Genova, poi avremo tutti gli altri vent'anni per andare a completare tutti gli altri interventi. La diga è una grande scommessa per Genova e il Paese, il governo l'ha finanziata perché l'Italia ha bisogno di un porto ad alti fondali capace di competere con i porti del nord Europa. La scommessa è realizzarla in poco tempo riuscendo in parte a cantierizzare fuori dalla città, mi sto muovendo per quello che riguarda i cassoni su Vado, perché credo che bisogna evitare di avere tensioni su Genova, ma bisogna farlo in maniera che tutta la città si senta protagonista".