Attualità - 14 aprile 2023, 07:20

Sottoripa, una targa dedicata alle prostitute. La proposta di Carratù: “Valorizziamo la storia del territorio” (Video)

Il presidente del Municipio Centro Est spiega le ragioni dell’iniziativa. Si aspetta l’ok di Sovrintendenza e privati per la collocazione della targa

Sottoripa, una targa dedicata alle prostitute. La proposta di Carratù: “Valorizziamo la storia del territorio” (Video)

Un omaggio alle prostitute genovesi e la collocazione di una targa a Sottoripa. La proposta che ha già diviso l’opinione pubblica arriva dal presidente del Municipio Centro Est Andrea Carratù.

“Come Municipio abbiamo avuto da sempre l’intenzione di valorizzare la storia del nostro territorio, in particolare il centro storico che è la parte più antica del Municipio Centro Est. 

La storia ci ricorda che i moli che erano qui a Sottoripa sono stati costruiti grazie alle tasse che pagavano le prostitute nel ‘400. La Repubblica di Genova ha dato questa imposizione fiscale. Il postribolo era in via Garibaldi, prima che via Garibaldi diventasse quella che è ora. La Repubblica di Genova ha destinato questa tassazione alla costruzione dei moli. 

Dato che i moli hanno reso famoso anche il nostro porto, oltre a rendere Genova Superba, ci sembrava giusto ricordarlo a tutte le persone che verranno a vedere questa targa”.

Per partire con l’iter ufficiale che porterà all’effettiva collocazione della targa bisognerà attendere il via libera della Sovrintendenza e dei proprietari del palazzo dove sarà collocata la targa. 

“Dopo un lavoro di ricerche fatte anche con la Sovrintendenza abbiamo trovato il posto idoneo per ospitare la targa - continua Carratù - Ci sono da definire gli ultimi passaggi burocratici per limare il testo che deve comprendere la parte storica e il materiale che ci indicherà la Sovrintendenza.

C’è poi da attendere il parere del condominio visto che la collocazione della targa sarà in un’area privata”.

Questo il testo provvisorio che potrebbe essere inciso sulla targa:

“Tra il XIV e il XV secolo le lavoratrici dell’antica ‘arte del meretricio’ potevano esercitare, protette e curate, versando 5 soldi al giorno alla Repubblica di Genova. Con i proventi di tale gabella la Repubblica finanziò importanti opere monumentali, tra queste la costruzione e l’ampliamento della fabbrica, zona che era vietata alle nostre lavoratrici”.

Marco Garibaldi

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