Attualità - 12 maggio 2023, 12:30

VenerdIndie - Gli Zueno presentano il nuovo singolo "Che cosa vuoi" (Video)

"La vera identità del gruppo è il nostro legame" commentano Alessando, Andrea e Nicolò

VenerdIndie - Gli Zueno presentano il nuovo singolo "Che cosa vuoi" (Video)

Da una sala prove sulle alture genovesi alla finale di Arezzo Wave nel 2022: il percorso artistico degli Zueno, la band composta da Alessandro Mazzeo (voce e chitarra ritmica), Andrea De Sotgiu (batteria) e Nicolò Sgorbini (chitarra solista) ha ottenuto parecchie soddisfazioni live e ha da poco rilasciato un nuovo singolo, intitolato ‘Che cosa vuoi’. 

Li abbiamo intervistati al Larsen, la sala prove a Staglieno, che è un po’ il centro dell’attività del gruppo.  

Il vostro nuovo pezzo si intitola “Che cosa vuoi”: che cosa rappresenta per gli Zueno?

“Per noi rappresenta la chiusura di un piccolo cerchio: si tratta del nostro sesto singolo, figlio di un percorso trasversale, di crescita. Per tanto tempo le nostre canzoni sono rimaste chiuse nel cassetto, poi abbiamo cominciato a lavorare con Zibba, con il quale abbiamo pubblicato i primi due singoli; il terzo è stato prodotto da Simone Sproccati, finché poi abbiamo deciso di prendere in mano direttamente la produzione, anche per fare esperienza, perché sentivamo che fosse la cosa giusta, e questo va a chiudere un po’ il nostro cerchio di pubblicazioni”. 

Descrivete questo nuovo singolo con una frase: “Ci sono incontri casuali che durano il tempo di un semaforoo di una fermata del treno. Questa canzone è proprio quello: il frutto di un pensiero nato da un incontro casuale, durati entrambi poco più di un semaforo rosso”….

Pur essendo uscito per ultimo, ‘Che cosa vuoi’ è in realtà il nostro singolo più vecchio. Doveva essere il primo a uscire, e quando ci siamo incontrati con Zibba avevamo in ballo proprio questo pezzo e ‘Cartolina’, e la scelta è stata poi orientata sull’altro brano. Siamo cambiati nel frattempo, e forse si sente anche all’esterno, il nostro modo di scrivere oggi si distacca un po’, ma la cosa bella è che  le persone che ascoltano questa canzone la trovano molto adatta al nostro suono attuale.  

Il fatto che sia una canzone un po’ più vecchia regala un suono nuovo. Quando ci siamo trovati a scriverla avevamo un’idea molto chiara: abbiamo attinto da una situazione particolare, che però andava a toccarne tante altre piccolissime. Il testo parla molto per immagini, ci si riesce a immedesimare nella situazione, anche se si tratta di un incontro casuale che forse ci siamo anche un po’ inventati”.

Le sonorità sono molto ritmate, batteria e chitarra sono importanti, come ve la immaginate suonata live?

“Il punto centrale della maturazione a livello sonoro degli Zueno dipende molto dall’ingresso di Nico quattro anni fa, che ha portato una sonorità molto elettrica a livello di distorsioni, ha sporcato un po’ quelle che erano le nostre idee. Appena entrato eravamo più patinati… o pettinati.

Io (Nico) ho un gusto molto più anni ’90 per i suoni e soprattutto per le chitarre, e gli altri mi hanno lasciato tanto campo libero. 

Abbiamo fatto uscire un “videoclip non videoclip” per questo singolo, una sorta di live session, e si tratta del primo di una serie. Per noi il suono live è molto importante, quindi bene la versione in studio, prodotta con tutti i crismi del caso, ma ci piaceva l’idea della presa diretta, con un suono più grezzo, più reale se vogliamo”.

Nell’estate del 2022 gli Zueno sono stati scelti per le finali nazionali di Arezzo Wave e hanno partecipato alla prima edizione del SAMARA Festival (AQ) vincendo il premio “Palazzo Ferrante” per la miglior performance live e il premio “Franco Califano” per il miglior testo.  

Che emozione è stata per voi calcare dei palchi così prestigiosi? 

“É stata una bella soddisfazione, sia Arezzo Wave sia il Samara Festival, a cui abbiamo suonato un paio di mesi prima: sono state due tappe importanti, che ci hanno fatto togliere due grandi soddisfazioni. Quando qualcuno ti dice che sei bravo a scrivere e a suonare fa piacere: nella vita di un musicista non accade spesso, e quando capita ti serve anche per le volte in cui tali soddisfazioni non arrivano”. 

Come vi trovato a suonare in 3? Alcuni pensano che sia più difficile… o è come nel calcio?

“Suonare in 3 potrebbe sembrare più difficile, ma in realtà ci troviamo bene. Abbiamo un legame estremamente familiare a cui teniamo molto: io e Nico siamo cugini e Andrea è praticamente di famiglia. Abbiamo le dinamiche di un matrimonio a 3, bisticciamo proprio come si fa in casa: ancora prima del suono, la vera identità degli Zueno è quello che siamo noi 3, e chi ci conosce dal vivo lo capisce”. 

Prima di salutarci, la band scherza sulla pronuncia del proprio nome: se per i genovesi è facile immaginare il suono della Z di Zueno, appena varcati i confini la consonante si indurisce e si sbaglia:  “Ormai ci stiamo abituando al suo no ’sbagliato’, ci aspettiamo sempre di essere chiamati diversamente, ma va bene così… manca solo l’accento sulla o e poi le abbiamo sentite tutte”.

Chiara Orsetti e Isabella Rizzitano

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