Attualità - 05 gennaio 2024, 08:00

Marassi, la metamorfosi del Biscione: l’intervento più ampio in Italia finanziato con il bonus 110%

Il complesso, conosciuto come Forte Quezzi o Città Giardino, è in fase di completa trasformazione. Il presidente del Municipio, Angelo Guidi: “Come parte pubblica, metteremo in sicurezza la pineta. Sono fiero di questo percorso”

Marassi, la metamorfosi del Biscione: l’intervento più ampio in Italia finanziato con il bonus 110%

È uno dei luoghi da cui si può maggiormente apprezzare il panorama su Genova ma, storicamente, è anche uno dei luoghi che come pochi altri ha dovuto fare i conti con un forte degrado del tessuto urbano, nonostante porti la firma di un grande architetto come Luigi Carlo Daneri.

È il Biscione, conosciuto anche come Forte Quezzi o Città Giardino, al centro del più grande progetto di riqualificazione finanziato con il bonus del 110%.

Oltre quaranta milioni di euro di lavori per un intervento che vedrà il coinvolgimento di decine di persone per una risistemazione che sarà eseguita a blocchi.

Non una demolizione, dunque, come è stato per la Diga di Begato, ma un lavoro di concerto con i residenti per far rivivere la zona.

“La riqualificazione del Biscione è l’intervento singolo più grande d’Italia che impiega il bonus - spiega il presidente del Municipio Bassa Val Bisagno, Angelo Guidi - Saranno adottati interventi di risistemazione, tra cui la messa a terra di un progetto di ingegneria naturalistica che potrà essere un intervento guida e che va di pari passo con il senso di appartenenza della comunità”.

Ottocentocinquanta alloggi, distribuiti su cinque blocchi per un totale di circa trecento trentamila metri quadrati saranno interessati dal grande progetto che vede insieme pubblico e privato e che, come ha voluto sottolineare Guidi, sarà il ‘campo’ per la realizzazione di progetti che rappresentano un unicum e che potranno diventare scuola per il futuro.

L’operazione, iniziata nel 2020 e attuata nel 2021 con i primi cantieri, dovrebbe concludersi, secondo cronoprogramma, a metà del 2024.

Guidi prosegue: “Una volta, se ti rubavano il motorino, andavi a cercarlo al Biscione, oggi il ricucito tessuto sociale e il ricambio generazionale hanno fatto sì che questo grande complesso sia più attivo che mai. Un esempio? Se si mette in vendita un appartamento, si trova subito chi è interessato all’acquisto”.

A proposito del progetto, però, Gianni Pastorino, capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio Regionale, esprime preoccupazione per la scarsa attenzione all’accessibilità della struttura.

“Sebbene si tratti di un’ottima notizia - spiega Pastorino - è inaccettabile constatare che si è fatto poco o nulla per rendere accessibile l’edificio. Da mesi siamo intervenuti per denunciare gli interventi insoddisfacenti per l’abbattimento delle barriere architettoniche. La mancanza di attenzione alle esigenze delle persone disabili è inaccettabile”.

Il consigliere prosegue: “Ricordo che gli ingressi alle abitazioni sono su una piattaforma sopraelevata dalla strada, raggiungibile solo tramite consistenti scalinate. Non sono stati previsti né scivoli né ascensori per facilitare l’accesso alle fermate dell’autobus situate proprio sulla strada (si tratta di tre fermate in un tragitto lungo un chilometro). Garantire l’accessibilità degli spazi dovrebbe essere una richiesta fondamentale quando si parla di riqualificazione. Purtroppo, nonostante le numerose segnalazioni e richieste, al Biscione questa necessità sembra essere trascurata”.

Proprio nelle scorse ore Brc, una delle ditte che si sta occupando dei lavori, ha scritto con il suo amministratore unico, Lorenzo Romis, all’amministratore unico di Arte (l’Azienda Regionale Territoriale per l’Edilizia), Paolo Gallo: “In via Loria ci siamo impegnati ad abbattere le barriere architettoniche nelle parti comuni ove ciò fosse possibile, mediante la realizzazione di due piattaforme elevatrici agli estremi dell’edificio (già ordinate, che verranno installate a breve) e di un montascala a metà edificio (già installato), così da rendere pienamente accessibile il piano porticato di accesso ai civici abitativi e ai negozi; il tutto a costo zero, ossia, senza che il condominio e/o i condomini debbano sborsare nulla, né in acconto, né dopo, a prescindere dall’evoluzione della normativa fiscale di detraibilità delle spese (ciò che non è compreso nel superbonus viene pagato dall’impresa)”.

Costruito alla fine degli anni Sessanta sulle alture tra Marassi e Quezzi, il complesso residenziale dell’architetto Daneri segue le curve di livello della collina e al suo interno spiccano una chiesa parrocchiale, la Mater Ecclesiae, costruita alla fine degli anni Ottanta, e cinque attività commerciali.

Completato nel 1968, il Quartiere INA - Casa di Forte Quezzi è stato realizzato nell’ambito del piano INA-Casa per le case popolari edificate con finanziamento pubblico.

Un progetto, ispirato a Le Corbusier, che fin da subito ha attirato l’attenzione del mondo dell’architettura, non senza polemiche soprattutto per la scelta della zona, e che oggi vive nuovamente un momento di grande attenzione grazie a numerosi studi attorno all’opera.

Diversi, infatti, sono gli architetti provenienti da tutto il mondo che stanno conducendo ricerche e approfondimenti sull’opera e sulla sua riqualificazione. Una testimonianza fondamentale, dunque, che dimostra come il rinnovato interesse alla socialità e l’attenzione alla qualità della vita siano motore trainante delle iniziative di riqualificazione che passano da diversi fronti e, proprio come il grande complesso, sono reciproci gli uni degli altri.

Isabella Rizzitano

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