#ILBELLOCISALVERÀ - 11 febbraio 2024, 08:00

Sanremo, “Sogna ragazzo sogna” ed è pioggia di emozioni: Alfa e Roberto Vecchioni, poesia con finale rap

Il genovese Alfa, pseudonimo di Andrea De Filippi, ha duettato con il professore, Roberto Vecchioni, nella serata dedicata alle cover al Festiva della canzone italiana. Straordinariamente intensi, memorabili

È stata una grandissima emozione ascoltare il giovane talento genovese Alfa, pseudonimo di Andrea De Filippi, in coppia con “il Professore”, Roberto Vecchioni, per la serata dedicata alle cover al Festival di Sanremo 2024, che venerdì 9 febbraio hanno infiammato l’Ariston. Tappa a Sanremo, quindi, questa settimana, per la rubrica #ILBELLOCISALVERÀ, per parlare della straordinaria esibizione di Alfa, nostro conterraneo, e Roberto Vecchioni, Premio Fionda di Legno 2012 ad Albenga, che insieme hanno cantato la meravigliosa canzone “Sogna ragazzo sogna”.

Esibizione di un’intensità stravolgente, belli da vedere, da ascoltare. Due generazioni che si incontrano, il maestro e l’allievo, a cantare una canzone scritta dal professore quando Alfa non ancora era nato. Due uomini a confronto: uno che parla con la voce calda dell’esperienza, l’altro con un mondo di sogni che germogliano nel cuore. Vederli intonare versi così profondi è stata pura poesia.

E per me è proprio una poesia, più che un brano, “Sogna ragazzo sogna”, scritta nel 1999 e pubblicata nell’omonimo album. È una poesia, una vera lezione di vita che impartisce, da buon professore, quale è rimasto per tutta la sua vita lavorativa. Un appello ai giovani a non arrendersi alle difficoltà che si incontrano quando si è molto giovani e a vivere la propria vita con orgoglio e dignità affrontando con positività e coraggio tutte le sfide che la vita pone. Vecchioni invita a credere in sé stessi, senza darsi per sconfitti e a combattere difendendo fino alla morte i propri ideali, a non mollare i propri sogni per accettare di vivere passivamente la vita. Questa canzone è un autentico dono.

"Sogna ragazzo sogna" è ispirata ad una poesia del compositore turco Nazim Hikmet intitolata "Alla vita". Hikmet, per difendere i propri ideali, ha vissuto diversi anni di carcere fino a subire l'esilio dal proprio Paese. Straordinaria l’espressione in versi di Vecchioni sulla bellezza e la grandezza della vita: "La vita è così forte che attraversa i muri per farsi vedere, la vita è così vera che sembra impossibile doverla lasciare, la vita è così grande che quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire". Un capolavoro che infonde fiducia, che esorta a credere nella forza delle idee e della dignità. “Ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte. Io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo. Chiudi gli occhi, ragazzo e credi solo a quel che vedi dentro. Stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento”.

Spero possa essere un invito a guardarsi dento e ricordarsi di tutti i sogni della nostra vita, anche quelli passati di cui magari ci vergogniamo un po', anche quelli che ci sembrano irrealizzabili – ha scritto Alfa sul suo profilo Instagram -. Sono convinto che sognare non sia stupido o inutile e, quando la realtà sembra che ti dica ‘è impossibile’, bisogna sempre provare a sognare più forte. 5 anni fa caricavo canzoni online da una cameretta con il poster di Roberto Vecchioni, oggi canto con lui al Festival di Sanremo... la vita è strana e se ci penso ho i brividi”.

Sogna, ragazzo, sogna, ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu”: Roberto Vecchioni ha lasciato gli ultimi versi della sua celebre canzone al giovane rapper 23enne, che finisce l’esibizione con un suo coraggioso inedito, di altrettanta intensità.

C’è chi corre perché scappa poi chi corre perché insegue. Io corro perché è solo quello che mi fa stare bene. Salgo sopra questo palco per giocare con la vita, ma se poi mi si spezza il fiato, se mi si spezza la matita? Più in basso è il punto di partenza, più alta è la salita, ma spero che il panorama, valga tutta sta fatica. Non so che cos’è l’amore, ma a volte lo percepisco in un tramonto, uno sguardo, un disco, e se mi guardo attorno, penso che son fortunato. Non so chi ha creato il mondo, ma so che era innamorato”.

Così, anche il giovane ragazzo che sogna ci ha accarezzato il cuore, mentre l’anziano professore lo ascoltava ad occhi chiusi, con un leggero sorriso sulle labbra.
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