Politica - 28 febbraio 2024, 13:17

Liste d’attesa, lo Stato boccia le misure della Giunta Toti. Pastorino (Linea Condivisa): “Tentativo mal riuscito di privatizzare ulteriormente la sanità ligure”

Per il Consiglio dei Ministri è la normativa è ‘costituzionalmente illegittima’; Toti: “Normativa nazionale è ostacolo in caso di emergenza”

Liste d’attesa, lo Stato boccia le misure della Giunta Toti. Pastorino (Linea Condivisa): “Tentativo mal riuscito di privatizzare ulteriormente la sanità ligure”

È stata definita inapplicabile dal Consiglio dei Ministri la legge regionale sulla libera professione allargata dei medici e approvata dalla Giunta Toti per ridurre le liste d’attesa.

La bocciatura è stata accompagnata dal giudizio che ha definito la norma costituzionalmente illegittima dalle autorità centrali.

La normativa bocciata prevedeva che le strutture accreditate potessero utilizzare medici dipendenti delle Asl e ospedali per l’intramoenia, come misura transitoria fino al dicembre 2025 per ridurre le liste d’attesa.

“È notizia di queste ore che il Consiglio dei Ministri sostiene che la legge regionale contrasta con le norme nazionali - dice Gianni Pastorino, Capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio Regionale e Vice presidente della Commissione II Salute - Noi lo avevamo detto e ora l’Assessore Gratarola, con evidente imbarazzo, dovrà fare retromarcia. 

Quello che stupisce è che né Gratarola né Toti sapessero che l’emendamento approvato in Regione fosse in aperto contrasto con la legge dello Stato, in particolare la 412/‘91 art 4, che vieta al professionista in intramoenia di prestare servizio in strutture private convenzionate.

Come abbiamo ricordato in Consiglio Regionale durante la discussione sul tema questo è stato un tentativo mal riuscito di privatizzare ulteriormente la sanità ligure. Da dopo la pandemia la Liguria non ha previsto l'aumento delle prescrizioni, al contrario di altre regioni, facendo scattare così la corsa ai servizi privati e alla mobilità passiva ligure che ha causato un sovraccarico nelle regioni vicine, che devono impiegare più risorse.

Nella gestione Toti, Gratarola, Ansaldi le liste di attesa in Liguria sono diventate un bacino per l'offerta ai privati. Noi rigettiamo completamente questa logica e per questo stiamo andando avanti con il nostro Sportello Diritto Salute, attivo a Bolzaneto da novembre. Lì le difficoltà nella prenotazione di prestazioni sanitarie sono affrontate con un supporto dedicato per superare gli ostacoli nei tempi previsti dalla ricetta del medico di base e con l’invio di istanze ad Asl e Alisa stiamo facendo rispettare il diritto di una sanità pubblica e passibile a tutte e tutti”. 

“Sapevamo benissimo che la normativa approvata in Regione sul lavoro dei medici nelle strutture private convenzionate poteva essere considerata in contrasto con la normativa nazionale. Ma siamo altrettanto convinti che quella stessa normativa nazionale sia uno degli ostacoli a ciò che serve, in emergenza, ad affrontare il tema delle liste di attesa. Lo abbiamo detto con cortesia istituzionale al ministro della Salute nell’ incontro della settimana scorsa, comunicando altresì che Regione Liguria, contrariamente ad altre volte, non intendeva recedere dalla norma e si difenderà davanti alla Corte Costituzionale. Non è infatti il Governo, bensì la massima Corte, a decidere se la norma sia o meno applicabile. Per altro, a differenza di quanto sostengono gli esponenti dell’opposizione, cui consigliamo di andare a rileggersi qualche libro di diritto, il governo può impugnare la norma e poi sarà la Corte a dichiararla, eventualmente in un secondo momento, incostituzionale”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola in merito alla delibera dell’ultimo Consiglio dei Ministri che ha giudicato inapplicabile la legge sulla libera professione allargata ai medici. 

“Riteniamo che l’emergenza delle liste di attesa e la necessità di fornire servizi ai cittadini prevalga su una norma nazionale che ingessa il sistema della salute – aggiungono il presidente Toti e l’assessore Gratarola -. Abbiamo altresì spiegato al Governo che siamo pronti a ritirare la normativa regionale prima del pronunciamento della Corte solo nel caso sia l’Esecutivo ad intervenire sul tema, affrontando anche l’ulteriore tema della retribuzione dei medici pubblici nelle prestazioni aggiuntive. La nostra iniziativa si muove nel solco di un’emergenza condivisa con le altre Regioni, prova ne è il documento in fase di elaborazione dalla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni sulla necessità di predisporre un documento programmatico da presentare al Governo contenente modalità e normative per affrontare le criticità esistenti. Ci auguriamo quindi che la nostra legge sia di pungolo al Governo per avviare quella riforma del sistema sanitario pubblico in direzione meritocratica e liberale così da poter competere in flessibilità ed efficienza con il sistema della sanità privata. Nuove regole che riteniamo ancor più importanti dei finanziamenti pure necessari”.

Redazione


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