Sanità - 05 marzo 2024, 17:57

Violenza al personale sanitario, l’allarme degli infermieri: “Casi in aumento” (Video)

L’Ordine Professioni Infermieristiche di Genova appoggia la proposta del ministro Piantedosi: “I punti di polizia nei presidi sanitari possono fungere da deterrente”

Violenza al personale sanitario, l’allarme degli infermieri: “Casi in aumento” (Video)

A metà 2023 erano già 331 le aggressioni fisiche o verbali denunciate a danno di operatori sanitari nelle Asl e negli ospedali liguri. 

Un dato preoccupante che secondo l’OPI, l’Ordine Professioni Infermieristiche di Genova, sarebbe in ulteriore aumento.

 

“Purtroppo gli eventi che riguardano i casi di violenza sugli operatori sanitari sono decisamente in aumento in tutta Italia. Noi come ordine professionale abbiamo già fatto dei corsi per poter dare degli strumenti ai colleghi, anche se non è facile, da poter in qualche modo cercare di stoppare questa situazione. Cerchiamo di fermarla con strumenti verbali, atteggiamenti, modi di fare per poter cercare di far scemare la situazione - ci racconta Maura De Ferrari di OPI - Quello che tu rispondi, quello che tu dici all'altro può innescare una violenza maggiore oppure può rassicurare la persona che fa violenza in quel momento. Ci sono casi dove ci sono delle persone psichiatriche con delle problematiche ma, normalmente, sono persone che hanno paura quindi cercare di rassicurarli è decisamente importante”.  

Dunque un importante lavoro di prevenzione ma nel caso in cui la violenza sia già avvenuta quali sono gli strumenti che al momento sono a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici?  

“Diciamo che di strumenti in campo ce ne possono essere tanti: per esempio, ho sentito che il ministro Piantedosi voleva mettere dei punti di polizia che possono fungere da deterrente”, conclude Maura De Ferrari.

I DATI IN ITALIA

L'Inail ha reso noti dati preoccupanti relativi ai casi di aggressione e violenza nei confronti del personale sanitario nel 2022 in Italia. Sono stati registrati 1.600 casi, in aumento rispetto agli anni precedenti.

Le aggressioni si concentrano principalmente su contusioni e distorsioni, soprattutto a testa e arti superiori, con il 16% dei casi che sfociano in ferite o fratture. Nel periodo 2018-2022, il 37% degli attacchi è avvenuto nell'assistenza sanitaria, il 33% nei servizi di assistenza sociale residenziale e il 30% nell'assistenza sociale non residenziale. 

Le donne costituiscono oltre il 70% delle vittime, in linea con la distribuzione di genere del settore. I tecnici della salute sono il gruppo più colpito, seguiti dagli operatori socio-sanitari e socio-assistenziali, mentre i medici sono coinvolti in quasi il 3% degli episodi. 

IN LIGURIA

Tra i progetti messi in campo dall'assessorato alla sanità, c’è quello di voler rendere ancora più chiaro, attraverso affissioni negli ospedali e nelle strutture sanitarie di tutta la Liguria, che questi episodi, gravi e intollerabili, sono destinati ad essere perseguiti penalmente. Il messaggio che è stato predisposto e affisso nei pronto soccorso, nei reparti, negli ambulatori e negli spazi comuni, ricorda a tutti, nelle nove lingue più diffuse sul territorio, come tutte le forme di violenza, sia fisica che verbale, siano destinate ad essere oggetto di un procedimento penale.

“Nell'ambito della campagna di contrasto alla violenza nei confronti degli operatori sanitari ritengo opportuno aggiungere anche questo elemento di sensibilizzazione nei confronti degli utenti – sottolineava non più tardi dello scorso agosto l’assessore alla sanità Angelo Gratarola - Si tratta di un cartello che verrà affisso soprattutto nei luoghi a rischio dove episodi di violenza verbale o fisica possono essere più frequenti. Il cartello, già utilizzato anche in altre realtà, riporta una frase che richiama il reato e la stessa è tradotta nelle più importanti lingue presenti sul nostro territorio, un messaggio forte e chiaro. L’invito che ho formulato a tutti i direttori è quello di darne la più ampia affissione affinché anche questo possa essere un utile strumento di deterrenza a un odioso fenomeno”.

Marco Garibaldi

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