Sport - 05 marzo 2024, 12:12

Rigore per l'Inter, Zangrillo non ci sta e dribbla le polemiche: lascia lo stadio al 37'

Il numero uno rossoblù se n'è andato dopo la decisione di Ayroldi: "L'ho fatto al posto di squadra e tifosi"

Rigore per l'inter, Zangrillo non ci sta e dribbla le polemiche: lascia lo stadio al 37'

Foto di Gabriele Siri

E' durata appena 37' la partita del presidente Alberto Zangrillo al "Meazza" di Milano al seguito del suo Genoa. Non un minuto casuale, ma quello del rigore che l'arbitro Ayroldi di Molfetta ha deciso, nonostante il VAR mostrasse chiaramente il tocco di Frendrup sul pallone ancor prima che sulle gambe di Barella, di assegnare all'Inter.

Una massima punizione trasformata poi nel gol decisivo di Sanchez che proprio non è andata giù al massimo dirigente rossoblù che ha preferito così dribblare ogni tentazione di polemica e lasciare la tribuna d'onore dello stadio di San Siro, spiegando poi sui social di averlo fatto "al posto della squadra e dei nostri meravigliosi tifosi, nel rispetto delle istituzioni, senza alzare la voce, con atteggiamento composto".

Una presenza di poco meno metà gara che però non ha fatto passare inosservata ai suoi occhi la prestazione dei grifoni scesi in campo: "Sono fiero dei miei ragazzi, grato a mister Gilardino e commosso per la superba ed inimitabile presenza dei nostri unici tifosi" ha aggiunto Zangrillo.

LA RABBIA DEL PRESIDENTE: I CALCIATORI INGANNANO GLI ARBITRI

"La rabbia non so cosa sia, il calcio è un gioco. Ieri ho voluto dare un segnale di responsabile disapprovazione, in modo educato ma fermo. Alla base di tutto c'è il rispetto. Il mestiere dell'arbitro è ingrato e io sono istituzionalmente dalla loro parte ma" i fischietti "non vengono aiutati, sono tratti in inganno dalle urla dei calciatori che piroettano come pagliacci simulando traumi inesistenti. Poi vai a vedere e scopri che quello che mima l'aver subito un trauma craniale ha preso una pedata nel sedere in un normale contrasto di gioco". Lo ha detto, ospite di Rai Radio1, a Un Giorno da Pecora, il presidente del Genoa, Alberto Zangrillo, che ieri ha abbandonato lo stadio dopo un rigore dubbio concesso all'Inter. "Queste cose capitano ogni domenica, il nostro allenatore non sgambetta come un tarantolato in panchina e ogni volta che ha alzato il dito è stato ammonito o espulso" ha aggiunto Zangrillo. Perché non è stato fatto vedere all'arbitro l'immagine dove si vedeva che non era rigore? "Lo ignoro completamente - ha spiegato - sicuramente non fa bene allo sport. Bisogna lavorarci facendo come me, senza digrignare i denti". Zangrillo ha aggiunto: "I calciatori del Genoa hanno un codice deontologico, se uno di loro simula e si piroetta come un tarantolato viene punito, cosa che non vedo in squadre più blasonate che lottano per andare in Champions". "Quel che è successo è sotto gli occhi di tutti. Voglio bene a Barella, che è un nazionale e un grande professionista. Però quando vedi che fa sette piroette perché viene toccato dopo aver toccato la palla e questo si piroetta con urla laceranti è chiaro che l'arbitro viene tratto in inganno".

Mattia Pastorino


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