Cronaca - 11 aprile 2024, 21:01

Non ci fu mancato intervento sanitario per Alberto Scagni: archiviate le denunce dei genitori

Prosciolti due agenti e un medico della salute mentale. La madre: "Non ci fermeremo qui. Farò di tutto per avere una giustizia meno miope"

Non ci fu mancato intervento sanitario per Alberto Scagni: archiviate le denunce dei genitori

Si chiudono con un'archiviazione gli accertamenti sui presunti mancati interventi da parte della polizia e della salute mentale della Asl sul caso di Alberto Scagni, condannato a 24 anni e 6 mesi di reclusione per l'omicidio della sorella Alice, freddata a coltellate il 1 maggio del 2022 sotto la sua abitazione di Quinto a Genova.

Il gup ha archiviato l'indagine, nata dalle denunce dei familiari di Scagni che nelle ore precedenti il delitto avevano chiesto l'intervento della polizia a fronte delle minacce del figlio, che in più telefonate aveva avanzato in un'escalation di violenza, richieste pressanti di denaro manifestando l'intenzione di colpire i membri della famiglia.

Due agenti e un medico della salute mentale erano stati accusati di omessa denuncia e omissione di atti d'ufficio in riferimento a quanto accaduto nelle ore precedenti il delitto, durante le quali il padre di Alberto si era rivolto alla polizia chiedendo l'intervento di una volante, nel timore che il figlio potesse mettere in pratica minacce fino a quel momento verbali. Erano le 13 circa del pomeriggio del 1 maggio, sei ore più tardi il 42enne avrebbe compiuto l'omicidio della sorella accoltellandola sotto la sua abitazione.

Sotto accusa anche uno psichiatra del servizio pubblico che avrebbe dovuto visitare Scagni, in un appuntamento già fissato ma poi slittato.

Secondo i familiari un intervento tempestivo della polizia e una cura psichiatrica alla quale da tempo tentavano di sottoporre il quarantaduenne avrebbero potuto evitare la morte di Alice, uccisa a coltellate dal fratello e da qui erano nate le denunce per il mancato intervento. 

Per il giudice invece l'omicidio rimane imprevedibile. Non solo: apparrebbe corretto secondo gli atti il non aver inviato una volante, che comunque non avrebbe potuto intervenire in maniera coatta per le minacce, che non prevedono l'arresto.

"Archiviazione prevista - commenta la madre Antonella Zarri in queste ore -considerati gli insistiti tentativi fin da subito di addossare la colpa ai genitori del mostro. Seguita la linea del comodo pre-giudizio dall’inizio alla fine". 

"Ogni atto della magistratura che ho letto è contraddittorio - sottolinea Zarri - in ogni capoverso. Il riassunto lampante della vicenda è nelle parole della polizia, 'Non famola tragica'. Ma non ci fermeremo qua". 

"Farò di tutto - conclude - perché in questo Stato si avveri una giustizia meno miope e pilatesca. E si lavori con coscienza anche nei ponti festivi e il primo maggio".

Valentina Carosini

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