Attualità - 28 aprile 2024, 14:28

Trent'anni di magia al piano e applausi, il Maestro Luppi Musso lascia le scene: "Ma non sarà un addio alla musica"

Il 10 maggio a Finalborgo l'ultimo concerto live, poi spazio all'insegnamento: "Saluto la musica con rispetto e gratitudine, pronto a darle nuova vita e significato in nuove forme e contesti"

Trent'anni di magia al piano e applausi, il Maestro Luppi Musso lascia le scene

Foto di Rossana Ghigo

"Il momento della conclusione di un libro, a volte inatteso, a volte prematuro, è giunto. Questo capitolo della mia vita artistica si chiude, non per sorpresa del protagonista, ma per il pubblico che ha condiviso il viaggio attraverso le mie composizioni".

E così, dopo trent'anni di carriera calcando moltissimi palcoscenici danzando con le proprie dita sul bianco e nero dei testi di un pianoforte, il Maestro Alberto Luppi Musso venerdì 10 maggio, con un concerto in Finalborgo, si congederà dai live.

Un annuncio, quello del ritiro dalle scene al compimento dei cinquant'anni, è giunto come un annuncio improvviso per molti, ma, assicura il pianista genovese e mantovano d'origine ma ormai finalese d'adozione e di più, è il risultato "di una decisione ponderata, permeata dalla consapevolezza che questa sia la scelta giusta, per vari motivi".

"Il primo di questi motivi è la salute - dice Luppi Musso -. Come il grande campione di calcio che, avvertendo i segni del tempo sul proprio corpo, decide di concludere la sua carriera, anche il mio fisico mi ha dettato il tempo di dire addio ai palcoscenici. Da tempo il mio corpo mi ha segnalato la sua fatica, una fatica che risale ai tempi della mia infanzia segnata da malattie. Ora è giunto il momento di ascoltarlo e di rispettarne i limiti".

La seconda motivazione è più artistica nel senso lato del termine, una considerazione sui tempi attuali: "Inoltre, c'è stata la crescente difficoltà nel proporre progetti alle istituzioni e ai produttori. È difficile quantificare lo sforzo di un musicista e tutto il lavoro che si cela dietro ogni performance o ogni album. Eppure, spesso ci si ritrova ripagati con il nulla o quasi. Questa realtà ha influito sulla mia decisione, spingendomi a dedicare le mie energie a cose che davvero contano, come la famiglia e gli studenti".

Non quindi "un addio alla musica, ma un congedo dai palchi" da leggere come "un atto di rispetto verso me stesso e verso la mia arte, un monito, un invito a valorizzare ciò che ascoltiamo, affinché la musica non perda la sua bellezza e la sua profondità. E, personalmente, è anche un impegno a dedicare più tempo a me stesso e alle mie passioni, come l'insegnamento".

"Per ogni artista che si ritira, ne nasceranno altri dieci pronti a lasciare il proprio segno nel mondo della musica - dice sicuro Luppi Musso -. E io sarò qui, non come protagonista sui palcoscenici, ma come guida e mentore per le nuove generazioni di musicisti. La mia missione non è finita, ma si evolve. Da artista a educatore, continuerò a credere nei sogni dei miei 'Luppini' e a lavorare per far crescere la musica nel cuore di ognuno di loro".

"Con questo passo, non dico addio alla musica, ma la saluto con rispetto e gratitudine, pronto a darle nuova vita e significato in nuove forme e contesti" chiosa il maestro.

Mattia Pastorino

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