Sette agenti della polizia locale del Gruppo operativo contrasto stupefacenti del Nucleo centro storico sono indagati dalla Procura per aver picchiato un pusher durante l’arresto. Lo riporta l’edizione quotidiana del Secolo XIX.
Secondo l’accusa dei pubblici ministeri gli agenti avrebbero truccato il verbale di arresto e dichiarato il falso durante il processo per direttissima per nascondere le violenze commesse su uno spacciatore di crack fermato in vico Largo, nella zona di Prè.
I fatti sono stati compiuti lo scorso gennaio, ma la vicenda è stata analizzata durante ulteriori indagini portate avanti dalla polizia giudiziaria, coordinata dal pm Luca Monteverde, solo in questi ultimi giorni.
Durante il processo per direttissima lo spacciatore, un uomo di circa trent’anni di origine senegalese, viene accompagnato in aula per formalizzare le accuse di detenzione ai fini di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale. Sul verbale redatto dalla polizia locale, il giudice e il pm leggono che l’uomo avrebbe aggredito gli agenti per cercare di liberarsi durante l’arresto, dopo aver messo in bocca le dosi di crack. Il pusher si presenta però in aula in condizioni sospette, lamentando un forte dolore a una gamba: il pm chiede pertanto di visionare le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona in cui è avvenuto l’arresto. Dai filmati è emerso che l’uomo non avrebbe opposto resistenza e che, invece, sarebbe stato colpito dagli agenti mentre veniva ammanettato. Il giudice di fronte a tali immagini, definite violente dagli investigatori stessi, decide di bloccare il processo, convalidando l’arresto per il pusher per il solo reato di spaccio, facendo poi intervenire un’ambulanza per portare l’uomo al pronto soccorso per accertamenti. I medici del San Martino verificano le condizioni, riscontrando una frattura alla gamba e altre lesioni, assegnandogli una prognosi di almeno trenta giorni.
La Procura, dopo aver ricevuto gli atti dal giudice, ha quindi deciso di aprire un fascicolo sui sette agenti della squadra in azione durante la serata dell’arresto, acquisendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza, i verbali redatti e le trascrizioni delle dichiarazioni in aula degli agenti stessi. L’accusa è di falso ideologico, false dichiarazioni all’autorità giudiziaria e lesioni.
Lo spacciatore è stato ricoverato in ospedale a lungo, e tramite il suo legale si è riservato di costituirsi parte civile nel procedimento aperto dal pubblico ministero.