Sport - 23 maggio 2024, 09:03

Dallo scippo della licenza al trionfo di Dublino. Anche il popolo genoano rende omaggio all'EuroGasp

Il successo con l'Atalanta in quella competizione a cui l'ultimo accesso col Grifone fu negato dai problemi societari. Storia di un tradimento subito che ha rinsaldato il legame tra tecnico e tifosi

Dallo scippo della licenza al trionfo di Dublino. Anche il popolo genoano rende omaggio all'EuroGasp

Foto dai profili Instagram "Serie A" e "Atalanta BC"

Strada ne hanno fatta, quanti giri su se stesse hanno compiuto le lancette dell'orologio della storia calcistica da quel 23 maggio 2015. Eppure sembra quasi che Messer Tempo, forse non proprio medicina e rimedio di tutto, abbia lasciato un varco spazio-temporale da quella sera di nove anni fa, a ricordare un conto rimasto sospeso tra il mondo Genoa e Gian Piero Gasperini.

Avevano decisamente un sapore diverso le lacrime versate dal tecnico di Grugliasco nella notte di Dublino, alzando il suo primo trofeo tra i grandi, anzi tra i grandissimi, rispetto a quelle del pomeriggio del Porto Antico, salutando il popolo genoano e lasciarlo con una qualificazione europea conquistta sul campo, negata dalle mancanze societarie fuori dal rettangolo verde.

Il "day after" del trionfo continentale dell'Euro Gasp e della sua Atalanta è anche la ricorrenza precisa, il nono anniversario dall'ultima panchina col Grifone del tecnico dell'odi et amo a sfumature rosse e blu. "Taci e allena", "fai più nomi che punti". Sarebbe disonesto nei confronti della mera cronaca dimenticare od omettere che quello con l'allenatore arrivato quasi da Carneade dal Crotone e andatosene con le meritate stigmate del profeta da Genova sia stato un rapporto di bassi, pochi ma vibranti, e alti, tanti e intensi.

Intensi come quell'emozione di sollevare al cielo d'Irlanda l'Europa League che però anche il popolo genoano ha guardato "con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così" che abbiamo noi, quelli che hanno visto a Genova uno dei migliori allenatori di sempre andato via lasciando un qualcosa interrotto, vittima come i suoi tifosi di un qualcosa di ingenerosamente interrotto.

E forse proprio la condivisione di quel tradimento comune subito, ora un ricordo tornato a bussare alle nostre porte vestito da Dea, ci fa esultare con lui. Che aggiungere quindi se non "complimenti, Gian Piero".

Mattia Pastorino


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