Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!
Si torna a parlare di un Lomellini e di una delle dimore suburbane della famiglia capace di fare fortuna con il monopolio del commercio del corallo.
Dopo Nicolosio Lomellino e il fratello Bartolomeo, proprio a poca distanza da quest’ultimo sorge il palazzo di Giacomo Lomellini.
Situato nella storica area di Vallechiara, ai margini del Guastato, quella che oggi è piazza della Nunziata, questo edificio è l’ennesima meraviglia architettonica che caratterizza Genova.
Costruito tra il 1619 e il 1623 per volontà di Giacomo Lomellini, doge della Repubblica di Genova dal 1625 al 1627, il palazzo venne concepito mescolando lo stile cinquecentesco e quello barocco, accorpando due edifici preesistenti già inseriti nell’elenco dei Rolli di Genova del 1588. La dimora, originariamente decorata da un cortile aperto, un ninfeo e logge a doppio ordine, rifletteva un’architettura simmetrica e grandiosa.
Tuttavia, a partire dal XIX secolo, l’edificio subì modifiche significative. L’acquisizione da parte della famiglia Patrone nella metà dell’Ottocento e, successivamente, la vendita al Comune di Genova nel 1927 portarono a interventi strutturali, tra cui il taglio di uno spigolo per ampliare la strada tra largo della Zecca e piazza della Nunziata.
L’interno del palazzo è impreziosito da un ciclo di affreschi firmato da Domenico Fiasella, il Sarzana, artista di spicco del Seicento ligure. Le “Storie di Ester”, ispirate al poema di Ansaldo Cebà, celebrano il coraggio di Giacomo Lomellini, paragonandolo alla regina biblica che salvò il proprio popolo.
In seguito, Giovanni Carlone completò le decorazioni nel grande salone del secondo piano, dove spicca la scena de “La scelta di Ester da parte di Assuero”.
Anche le sculture interne contribuiscono alla magnificenza del palazzo con i quattro busti in stile neoclassico, opere di Francesco Ravaschio e Nicolò Traverso, che ornano il salone.
Il palazzo ha attraversato secoli di storia, adattandosi alle esigenze del tempo. Durante il XX secolo, divenne sede comunale, Casa del Fascio e, dal 1945, ospita il Comando Militare dell’Esercito Italiano in Liguria. Nonostante le trasformazioni, l’edificio conserva il suo valore storico e culturale, rimanendo un simbolo delle vicende genovesi.
Dal 2006, Palazzo Giacomo Lomellini è parte dei 42 palazzi dei Rolli inseriti nella lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Questo riconoscimento sottolinea il suo ruolo come testimone della grandezza architettonica e culturale di Genova, custode di un passato che continua a dialogare con il presente.