Ogni domenica 'La Voce di Genova', grazie alla rubrica ‘Gen Z - Il mondo dei giovani’, offre uno sguardo sul mondo dei ragazzi e delle ragazze di oggi. L'autrice è Martina Colladon, neo-laureata in Scienze della Comunicazione, che cercherà, settimana dopo settimana, di raccontare le mode, le difficoltà, le speranze e i progetti di chi è nato a cavallo del nuovo millennio.
Il Festival di Sanremo non è solo un evento musicale, ma un vero e proprio spettacolo che riesce ogni anno a catalizzare l'attenzione di milioni di spettatori. Tuttavia, per la Generazione Z, il rapporto con questa manifestazione è sempre più sfaccettato. C’è chi lo considera una tradizione imperdibile e chi lo segue più per il lato ironico e social che per le canzoni.
Giulia e Valentina, 24 anni, confessano: “Non lo guardiamo per la musica, ma per i meme che esplodono sui social nei giorni del festival. Sanremo è un’istituzione, sì, ma più per le risate che regala che per le canzoni in gara.” Per loro, ogni serata è l’occasione di unirsi virtualmente a una comunità che condivide commenti, battute e ironia online.
Anna, 19 anni, invece, ammette di non esserne affatto interessata: “Non l’ho mai seguito. A casa mia non è una tradizione, quindi non mi sento legata a questo evento che tanti italiani considerano un pilastro culturale.”
Marta, 23 anni, porta però una visione diversa: “Per me Sanremo è una tradizione di famiglia. Guardarlo ogni anno significa ridere, commentare e, perché no, litigare su chi dovrebbe vincere. È un appuntamento fisso che amo condividere con i miei amici.”
Non tutti, però, condividono l’entusiasmo per il Festival. Luca, 27 anni, racconta: “A casa mia lo guardano tutti, ma io lo trovo noioso e ripetitivo. Ogni anno sembra sempre la stessa storia, e sinceramente non riesco a sopportare tutto il clamore che si crea attorno.”
Anche Giorgia, 30 anni, è critica: “Non sono mai riuscita a seguire Sanremo. La mia famiglia lo adora, ma io lo trovo insopportabile. Mi sembra tutto troppo costruito, dai brani alle polemiche che ogni anno sembrano quasi forzate per fare audience.”
Negli ultimi anni, il FantaSanremo ha rivoluzionato il modo di vivere il festival, soprattutto tra i giovani. Questo gioco, che premia i partecipanti per azioni compiute dagli artisti sul palco (come gridare “papalina” o fare gesti plateali), rende ogni esibizione un’occasione di divertimento e strategia.
Marco, 22 anni, spiega: “È un modo geniale per coinvolgere chi magari non seguirebbe Sanremo. Gli artisti stessi ormai ci giocano e si divertono, aggiungendo momenti inaspettati e ironici. ”
Un motivo d’orgoglio per i giovani genovesi è la presenza di due artisti locali nella rosa dei partecipanti: Bresh e Olly. Entrambi rappresentano due anime diverse della musica contemporanea italiana, ma condividono l’obiettivo di portare un po’ di Genova sul palco dell’Ariston.“Finalmente qualcuno che ci rappresenta,” commenta Alessia, 21 anni.
“Non vedo l’ora di vedere come si esibiranno. È bello sapere che artisti della nostra città stanno lasciando un segno in un evento così importante.”
Sanremo continua a essere un mix di tradizione e innovazione, riuscendo a parlare a generazioni diverse con linguaggi e strumenti differenti. Che sia attraverso la musica, il FantaSanremo o i meme, il festival riesce a creare un senso di comunità che unisce ironia, riflessione e puro intrattenimento.
Quest’anno, con la presenza di Bresh e Olly e l’entusiasmo che ruota attorno al FantaSanremo, la Generazione Z dimostra di essere parte di questo grande spettacolo, in modi magari inaspettati, ma sempre autentici.