Prosegue questo mercoledì ‘I mestieri di una volta’, un ciclo di servizi de ‘La Voce di Genova’ dedicato a chi ancora svolge quei mestieri antichi, con il medesimo impegno e la medesima passione. Ogni settimana vi racconteremo storie di ingegno, di orgogliosa resistenza, di rinascita, di ritorni alla moda: storie fatte di mani sapienti, di teste pensanti, di tantissimo amore e attaccamento alle proprie radici. Buona lettura!
Nel cuore di Genova e nei suoi quartieri, tra modernità e tradizione, c'è chi ancora porta avanti quello che è considerato uno tra i più antichi mestieri e che oggi, nonostante il passare del tempo, continua ad essere presente: il marmista.
Questo artigiano, custode di un sapere secolare, lavora una delle materie prime più preziose e affascinanti di tutti i tempi, che fin dall'antica Grecia ha permesso di realizzare opere artistiche e architettoniche che ancora oggi ammiriamo con un certo fascino, ovvero il marmo.
Oggi, nonostante i cambiamenti, c'è chi ancora tramanda questo sapere prezioso: parliamo di 'Germano Remo e Repetto Marmi', il laboratorio di Sestri Ponente, precisamente in Via dei Costo, che da quasi un secolo realizza delle vere e proprie opere in marmo e granito.
Attività puramente a conduzione familiare, viene fondata tra gli anni '20 e '30 dalla volontà di Germano Remo, dal quale prende il nome l'impresa e che ancora oggi, gestita dal nipote Flavio Germano, non ha mai cambiato nome, portando avanti una tradizione e un'identità costruita anno dopo anno: "Inizialmente mio nonno lavorava in via Gazzo da Repetto Marmi, una delle aziende storiche del settore a Sestri Ponente - racconta Flavio Germano-. Intorno agli anni '60 subentra mio papà e da quella zona, dopo che Bagnara aveva deciso di costruire dei parcheggi, ci siamo spostati dove ci troviamo attualmente. Inizialmente era una struttura adibita a deposito di vagoni treni, ma noi l'abbiamo presa e abbiamo tirato su la nostra azienda, decidendo quindi di metterci in proprio. Io nel frattempo avevo finito gli studi da geometra che erano in linea con l'attività e già da giovane ricordo che ero nell'ottica di entrare. Onestamente, avrei voluto continuare gli studi però mio papà aveva bisogno e quindi diciamo che sono stato un pò trascinato. Il lavoro è oggettivamente faticoso ma dà tanta soddisfazione e una certa fonte di reddito. Insomma, se ti dai da fare e ci sai fare, riesci a guadagnare qualcosa".
Oggi i ritmi del lavoro e della richiesta sono nettamente più veloci rispetto ad un tempo e, quindi, per adattarsi alle esigenze, sono stati necessari diversi cambiamenti che hanno modificato anche lo stile, sempre più assecondato dall'uso delle macchine: "In tutti questi anni le tipologie di lavori sono cambiati in modo significativo - racconta il titolare -. Una volta si faceva tutto a mano, mentre noi oggi abbiamo tantissimi supporti che rendono tutto più facile e rapido. Ai tempi, per fare un pezzo di marmo potevi dedicarci un'intera giornata, mentre se oggi ci impiego lo stesso tempo, vado letteralmente in rovina. Io il pezzo di marmo devo farlo in cinque minuti per poter stare dentro ai tempi e, quindi, averne un guadagno. Oggi come oggi si usano prettamente collanti rapidi, gru e così via. Ricordo che ai tempi, invece, le lastre si scaricavano dal camion a mano e bisognava far attenzione a non farle scivolare se no erano guai".
Nonostante, però, i ritmi veloci, Flavio Germano quando ha la possibilità continua a realizzare incisioni su marmo rigorosamente a mano: "Assolutamente, me lo ha insegnato mio papà - afferma sorridendo -. Purtroppo non lo faccio praticamente più e un pò di praticità lo persa: una volta ci mettevo mezz'ora per fare una scritta, adesso ci metto tre ore e, di conseguenza, dovendo essere più veloci per stare dentro i tempi, devo utilizzare le macchine. Comunque, qualcosa di particolare lo faccio ancora e mi diverto molto, come ad esempio qualche fiore, una margherita o una rosa, faccio a mano. Per quanto concerne, invece, la lavorazione pratica, prima disegno e poi ci lavoro sopra, sempre con attenzione a dare scalpellate perché poi bisogna ricamarci intorno per recuperare l'eventuale danno".
Non solo, però, sono cambiati i ritmi e le metodologie, ma anche la mentalità delle persone, oltre all'arrivo della grande distribuzione che sta inevitabilmente stravolgendo l'intero mercato: "Una volta era molto diverso, perché il cimitero era tanto frequentato mentre oggi non lo è più - racconta il titolare -. Io fortunatamente ho sempre fatto di tutto, dall'edilizia, al cimitero e anche l'arredamento. Da noi si rivolgono il piccolo proprietario e la grande industria, quindi sia il privato che l'impresa. La mia paura, comunque, in generale è sempre stata la grande distribuzione perché attualmente inizio a vedere in vendita articoli industriali come il battiscopa. A dir la verità, in questione, alcuni prezzi sono molto più alti rispetto a quello che posso offrire io, oltre al fatto che il cliente da noi è accompagnato passo per passo. Un altro grande problema che potrebbe verificarsi per noi marmisti sono le pompe funebri, perché queste potrebbero iniziare a produrre lapidi, cosa che già fanno in Piemonte. Questo significherà un dimezzamento dei marmisti e molti, di conseguenza, si dedicheranno di più al settore edilizio. Basta vedere, ad esempio, ciò che è successo a Staglieno, dove tanti colleghi sono spariti".
"Oggi come oggi, oltre a tutto ciò che ho detto - prosegue Flavio Germano -, è sempre più burocratizzato. Tante volte l'operaio mi chiama in ufficio dicendomi che non ha niente da fare, mentre io mi ritrovo pieno di lavoro ma di carte da firmare. Sovente mi trovo sommerso da scartoffie burocratiche: ci vorrebbero più persone in ufficio che in ditta. Su piccole aziende come la nostra, questo non fa assolutamente bene. Fossimo una grande azienda, che ha grossi guadagni, non ci sarebbero grandi differente. Andando avanti così, il marmista sarà sempre più un burocrate".
Uno tra i cambiamenti significativi per l'attività è stato circa otto anni fa, quando Flavio Germano decide di, a fronte dei costi, unirsi in società con 'Repetto Marmi': "Sono circa otto anni che ci siamo messi in società - specifica il titolare -, in primis per dimezzare e ammortizzare i costi che un'azienda deve sostenere tra corsi e gestione. Fortunatamente siamo riusciti a resistere e andiamo avanti perché il lavoro c'è. Il futuro? Onestamente non lo so, perché ho due figlie che stanno seguendo un'altra strada; spero nel figlio del mio socio".
Un lavoro che, con l'avvento della tecnologia e dell'intelligenza artificiale, sta rischiando sempre più di essere 'standardizzato': "In alcuni cimiteri ci si sta già provando - racconta il marmista -. Se il lavoro dovesse essere sempre più standardizzato, noi artigiani del settore rischieremmo di sparire".















