Sono state settantotto le nuove cause di nullità matrimoniale avviate nel 2024 dal Tribunale Ecclesiastico, tre in più rispetto all'anno precedente. Il Vicario Giudiziale Mons. Mario Novara ha sottolineato che, sebbene l'aumento sia modesto, la vera rilevanza sta nel valore morale di questa inversione di tendenza. Le cause provengono da diverse diocesi: trenta dall'Arcidiocesi di Genova, quindici dalla Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato, undici da Albenga-Imperia e Chiavari, sette da Tortona e quattro da Savona-Noli. In totale, sono stati conclusi ottantasei procedimenti, mentre cento restano pendenti. Inoltre, cinque cause sono state risolte con il rito breve, una in più rispetto al 2023, con tempi che, in alcuni casi, si sono ridotti a meno di un mese. Il rito breve è applicabile solo "quando la domanda è proposta da entrambi i coniugi o da uno con il consenso dell'altro e sussistono circostanze tali da rendere evidente la nullità, senza la necessità di un'inchiesta più approfondita”.
Le cause di nullità riguardano principalmente problemi psicologici, che richiedono l’intervento di un perito. In un solo caso si è giunti a una decisione negativa, mentre sei cause sono state archiviate per rinuncia dell’attore. Tra le decisioni affermative, cinquantaquattro sono state relative a difetti di discrezione di giudizio e incapacità psichica di assumere gli oneri coniugali, una a causa di timore grave, e venticinque hanno riguardato l’esclusione della prole e/o dell’indissolubilità del matrimonio.
Monsignor Novara ha commentato che questi motivi riflettono "l'attuale contesto socio-religioso, caratterizzato da una crescente fragilità nell'affrontare decisioni cruciali e dalla tendenza a evitare impegni seri e definitivi". Citando San Giovanni Paolo II, ha ricordato che “i coniugi uniti nel matrimonio hanno ricevuto il dono dell'indissolubilità, che non è una meta da raggiungere con il loro sforzo, né tantomeno un limite alla loro libertà, ma una promessa di Dio, la cui fedeltà rende possibile quella degli esseri umani”.
L'Arcivescovo Marco Tasca ha evidenziato l’attenzione della Chiesa verso le difficoltà relazionali delle coppie, affermando che il nodo centrale risiede nella fatica di "accogliere l'altro così com'è, con le sue sfide e debolezze". La Chiesa, ha proseguito, offre supporto attraverso una pastorale familiare che si occupa "dell’intera evoluzione di una coppia. È importante che i giovani siano aiutati fin da subito a credere che un futuro insieme è possibile, non solo quando decidono di sposarsi e di intraprendere una relazione stabile”. L’Arcivescovo ha sottolineato che "sebbene si comunichi molto, le relazioni spesso mancano di profondità". Ha attribuito queste difficoltà alla cultura digitale, che sta abituando sempre più a ottenere tutto e subito. “Se non ottengo subito quello che voglio, se non ho immediatamente un feedback positivo a quello che penso, allora decido che quel rapporto non mi interessa più - spiega -. Questa non è la strada che ci porta a una vita realizzata, che guarda al futuro, anzi: così spesso c’è tanta frustrazione, tanta delusione, a cui poi ognuno dà delle risposte personali, spesso faticose e difficili”.
Tasca ha poi evidenziato come il cammino di fede possa dare senso al matrimonio, spiegando che "conoscere se stessi non è solo una questione psicologica, ma implica entrare in una dimensione divina che arricchisce il senso del matrimonio". Ha anche sottolineato l’importanza del discernimento per le seconde nozze, affermando: "È fondamentale intraprendere un percorso per comprendere cosa Dio stia chiedendo a questo uomo o a questa donna". L'Arcivescovo ha infine ricordato che chi si rivolge al Tribunale "lo fa passando attraverso i parroci", e che le comunità locali giocano un ruolo cruciale nel conoscere e supportare le persone coinvolte. "Il messaggio che vogliamo trasmettere", ha concluso, "è che la Chiesa è vicina alla tua storia, alla tua situazione, a ciò che stai vivendo".






