Attualità - 10 febbraio 2025, 18:12

Truffe online con l'intelligenza artificiale, sempre più difficile distinguere l'imitazione dall'originale

L’ultimo episodio è accaduto nei giorni scorsi a un’azienda di Sestri Ponente che si occupa di commercializzazione di schede elettriche: sottratti indebitamente diciottomila euro

Truffe online con l'intelligenza artificiale, sempre più difficile distinguere l'imitazione dall'originale

Riprodurre l’identico timbro di voce, usare gli stessi termini nelle comunicazioni via mail, apparire in tutto e per tutto uguali ai veri interlocutori. È quanto accaduto a livello nazionale con la storia del “falso” ministro Crosetto, ma è quanto si ripete anche, in misura sempre più dilagante, tutti i giorni e a tutte le latitudini. 

Anche a Genova le truffe con alla base la sostituzione di persona sono in enorme crescita, rese ancor più agevoli (nonché credibili) nella realizzazione grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che abbatte ogni tipo di differenza tra originale e copia, il che non fa altro che trarre sempre di più in inganno le incolpevoli vittime del raggiro. 

L’ultimo episodio in ordine di tempo è accaduto nei giorni scorsi, a un’azienda di Sestri Ponente che si occupa di commercializzazione di schede elettriche, per la realizzazione delle quali utilizza fornitori dalla Cina.

Racconta il titolare nella denuncia presentata alla Polizia Postale: "Da anni abbiamo contatti con due società cinesi con cui abbiamo sempre avuto scambi di corrispondenza via mail. Da novembre, poi, entrambe le mail sono continuate ad arrivare, ma dietro ai computer non c’erano più i soliti impiegati, bensì degli hacker, che si sono passati per i nostri fornitori in tutto e per tutto e ci hanno fornito i loro Iban su cui effettuare i nostri bonifici". 

Ecco così che l’azienda sestrese, pensando tranquillamente di parlare con i propri fornitori, così come sempre avvenuto, versava circa novemila euro a una delle due ditte cinesi e altri novemila euro all’altra, per un totale di diciottomila euro che sono stati sottratti indebitamente.

"Solamente nei giorni scorsi, dopo un sollecito - afferma il titolare - ho capito che non avevamo mai pagato i fornitori veri, ma è stato praticamente impossibile riconoscerli dai falsi". La Polizia Postale, come da prassi, ha avviato un’azione penale, nell’intento di scoprire chi ci sia dietro ai falsi indirizzi mail.

"Ma truffe così - conclude il titolare dell’azienda genovese - sono all’ordine del giorno. A leggerne, pare impossibile cascarci, ma poi sono orchestrate talmente bene che risulta difficile non finire in trappola, come successo a noi. Per questo dico che va adottata ogni precauzione, prima di una transazione economica, anche se questa è abituale e avviene così da molti anni".

Redazione La Voce di Genova

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