Revisionare e ridurre i costi dei dehors e rivedere la classificazione delle zone di sommistrazione: è questa la mozione presentata (e approvata all'unanimità) da Andrea Lemmi, capogruppo in Municipio Medio Ponente 'Genova Domani' e Nicolò Remondini, consigliere di maggioranza con delega ai dehors, durante l'ultimo consiglio del Municipio VI Medio Ponente, a seguito di diversi incontri con i commercianti del quartiere che da tempo lamentavano l'elevato costo in riferimento all'occupazione del suolo pubblico sia a titolo definito, quindi per i dehors definiti, che per i dehors emergenziali.
Sono cifre importanti quelle che le attività di somministrazioni, bar e ristoranti, del municipio devono affrontare puntualmente: "In via Catalani, ad esempio, l'occupazione del suolo pubblico ha un costo molto elevato, parliamo di circa centocinquanta euro a metroquadro all’anno - afferma Remondini -, mentre in Via Sestri addirittura ci sono attività che pagano quattordicimila euro all’anno solamente per l’esposizione di tavoli e sedie".
"Nella mia esperienza di delegato ai dehors da ormai tre anni, ho avuto modo di incontrare e confrontarmi con i commercianti che sovente si sono lamentati proprio del costo dell'occupazione di suolo pubblico per i dehor, sia per quelli a titolo definito che emergenziale", prosegue il consigliere.
Remondini chiarisce, a seguito di tutti i confronti con gli esercenti locali maturati negli anni, quanto i dehors "sono un valore aggiunto per il quartiere, in particolare in riferimento ai commercianti stessi che si prendono cura quotidianamente del proprio spazio pubblico di riferimento: puliscono ogni mattina, hanno un occhio di riguardo sul territorio e sono un punto di riferimento prezioso per tutte quelle persone che hanno piacere di consumare presso l'attività".
Cifre, quindi, "troppo elevate" per un territorio che "purtroppo non è turistico" precisa: "In centro città troviamo le stesse medesime tariffe, ma Sestri Ponente non ha una rilevanza turistica a differenza del centro cittadino - prosegue -. Proprio per questo motivo, chiediamo al candidato Sindaco Pietro Piciocchi, avente delega al bilancio, assieme all'ufficio al commercio di poter trovare una soluzione al fine di ridurre i costi tra il 10% e il 20% già a partire dal secondo semestre dell'anno corrente, oltre a valutare ulteriori agevolazioni per le attività commerciali in zone meno frequentate. Conseguentemente, l'obiettivo è proprio quello di andare incontro alla richiesta del settore e scongiurare la chiusura di altre attività, oltre all'andare incontro alle esigenze dei commercianti con sgravi e più spazi a disposizione, in un quartiere già penalizzato da tutti i cambiamenti del tessuto sociale avvenuti nel corso degli anni".
Inoltre, punto centrale della mozione anche la classificazione delle zone: "In questione ci sono delle evidenti problematiche, perché nonostante i commercianti abbiano fatto più volte richiesta agli uffici di competenza, si trovano puntualmente in difficoltà - prosegue -. Negli ultimi anni, i municipi vengono convocati durante la conferenza dei servizi per i dehors in tema nuove richieste ma non hanno un parere vincolante. A prescindere, le regole ci sono ma devono essere rispettare, quindi è necessario certamente un maggior controllo ma altresì è necessaria maggior chiarezza da parte dell'amministrazione per far avere al commerciante delle regole chiare e di facile lettura".
"I limiti riguardo alle porzioni dei dehors sono ben delineati, la problematica principale è proprio legata al canone - afferma il capogruppo 'Genova Domani' Andrea Lemmi -. Con questa mozione, oltre alla riduzione del canone stesso, si tende una mano al commerciante e si segue un percorso di riqualificazione del tessuto sociale e territoriale. Così facendo, oltre ai necessari controlli annuali, si ha un territorio che non è lasciato andare in malora come in una classica periferia d'immaginario collettivo".
Lemmi rimarca la questione legata all'aspetto turistico: "Se il nostro territorio, per l'appunto, non è una zona turistica, non dovrebbe avere assolutamente gli stessi costi che possono esserci, ad esempio, in via Venti o nel centro storico - chiarisce -. Ovviamente, ciò non vuol dire che dev'essere trascurato e che, soprattutto, i commercianti non possano avere il diritto di poter aumentare il proprio spazio esterno, quindi dare facoltà di aumentare i posti a disposizione per i propri clienti".
Una mozione approvata, come scritto, all'unanimità e con "una velocità importante, che di solito non avviene", chiarisce Lemmi. "Questo è stato possibile perché, semplicemente, si tratta di una richiesta arriva direttamente dai commercianti, non è una questione politica ma rigorosamente civica - prosegue -. Mi sembra evidente che i commercianti non possano sostenere il mantenimento dei dehors non avendo delle entrare sufficienti che consentano di mantenere tali costi decisamente elevati".
"Un buon commerciante investe utili per creare uno spazio e un dehors di una certa qualità - riprende Remondini -. Sostenendo, però, dei costi così alti, non è possibile soddisfare la richiesta dei commercianti sia per dare risposta alla delibera anti-alcol (la reputo un'ottima iniziativa), che obbliga le persone a consumare presso le attività commerciali, sia per poi, alla fin fine, recuperare l'investimento. Francamente è chiaro che non si possono precludere queste possibilità ai commercianti che, come ho già detto, oltre a fare presidio sul territorio, tengono pulita la strada di fronte alla propria attività e offrono un servizio ai cittadini. Concludo sottolineando come più soldi rimangono ai commercianti, più c'è la possibilità di investimento su tutto quello che è lo sviluppo stesso dell'attività commerciale".







