Ogni domenica 'La Voce di Genova', grazie alla rubrica ‘Gen Z - Il mondo dei giovani’, offre uno sguardo sul mondo dei ragazzi e delle ragazze di oggi. L'autrice è Martina Colladon, laureata in Scienze della Comunicazione, che cercherà, settimana dopo settimana, di raccontare le mode, le difficoltà, le speranze e i progetti di chi è nato a cavallo del nuovo millennio.
Diciamo la verità: anche nel 2025, l’uovo di Pasqua non passa mai di moda... e no, non solo tra i bambini.
La generazione Z è cresciuta a colpi di tecnologia, social network e tutorial su YouTube. È quella che ha visto il passaggio dai cartoni in TV a orari fissi a Netflix a portata di click. Eppure, c’è una cosa che, anno dopo anno, resiste a ogni cambiamento tecnologico e che, magicamente, continua a comparire nelle case a inizio primavera: l’uovo di Pasqua.
Quella voglia di scartare l’involucro colorato, spaccare il cioccolato (con le mani, con la testa, o direttamente con la forza della disperazione), e scoprire la sorpresa dentro… è un rito che non muore mai. Perché diciamocelo: ci fanno ridere quelli che dicono “sono troppo grande per queste cose”. Ma poi, se qualcuno si presenta con l’uovo delle Winx o dei Pokémon… improvvisamente non sono più così grandi.
Non importa se hai 10, 20 o 30 anni. Se qualcuno ti regala l’uovo della tua squadra del cuore o quello Kinder con la sorpresa a tema Marvel, un sorriso scappa. Sempre. È la magia dell’infanzia che bussa alla porta e dice: “Ehi, sono ancora qui”. E quindi no, non siamo diventati improvvisamente adulti solo perché sappiamo compilare una dichiarazione dei redditi o scegliere una marca di detersivo. Dentro di noi, il bambino che collezionava sorpresine delle principesse Disney è ancora vivo e vegeto. Magari ora ama il cioccolato fondente e controlla le etichette per le calorie… ma quando vede uno scaffale pieno di uova di Pasqua colorate, qualcosa vibra dentro.
C’è poi chi dice: “Ma ormai le sorprese fanno schifo, non sono come una volta”. Vero. Ma anche lamentarsi fa parte del gioco: è il commento tipico da adulto che, comunque, continua a comprarle. Per sé o “per regalarle” (spoiler: poi se le tiene). La verità è che non si è mai troppo grandi per le tradizioni. E forse la generazione Z, abituata a ritmi frenetici, a confronti continui sui social e a una società che spesso sembra chiedere troppo, ha ancora più bisogno di questi piccoli riti di felicità semplice.
Un po’ come un “ti voglio bene” incartato dentro a una cupola di cioccolato. Quindi, che sia per nostalgia, per gola o per un’inaspettata voglia di sentirsi ancora bambini, la risposta alla domanda iniziale è sì: la generazione Z vuole l’uovo di Pasqua. E guai a chi prova a dirle che è troppo grande per riceverne uno.






