Innovazione - 06 maggio 2025, 08:00

I mestieri moderni - ProMama: la piattaforma che connette genitori e aziende e ripensa il mondo del lavoro

Dare spazio alla genitorialità senza sacrificare la carriera. Claudine Rollandin, ex manager digitale e oggi fondatrice di ProMama, ha trasformato una sfida personale in una startup che punta a rivoluzionare il modo in cui il lavoro si concilia con la vita familiare

I mestieri moderni - ProMama: la piattaforma che connette genitori e aziende e ripensa il mondo del lavoro

Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i martedì successivi, ‘I mestieri moderni’, un ciclo di servizi de ‘La Voce di Genova’ che vuole fornire uno spaccato del mondo del lavoro contemporaneo, anche un po’ in contrapposizione con l’altro nostro ciclo del mercoledì, ‘I mestieri di una volta’. Dove andrà il mondo dell’occupazione? Dove sta già andando? Quali sono le professioni più richieste? Quali i mestieri che letteralmente ci si inventa? Tra storie di successo, innovazione e idee vincenti, ci fa piacere raccontare come si trasforma l’occupazione e come si trasforma, di pari passo, anche la società. Buona lettura!

La mia esperienza di maternità e lavoro non è andata esattamente come avrei pensato”. È da questo scarto tra aspettative e realtà che nasce ProMama, una piattaforma digitale creata da Claudine Rollandin e dal suo piccolo team distribuito in diverse città italiane. Un’idea nata “dal vissuto”, come spesso accade nei progetti che intercettano un bisogno autentico e condiviso.

Io prima ero una manager digitale – racconta Claudine – costruivo piattaforme per risolvere problemi degli utenti. Quando ho vissuto sulla mia pelle le difficoltà di essere madre e lavoratrice, ho deciso di mettere quelle competenze al servizio di un problema reale: la conciliazione tra genitorialità e lavoro”.

ProMama è un progetto a doppia faccia, ma con un’unica visione: creare un ecosistema in cui genitori e aziende possano incontrarsi e crescere insieme. Da un lato c’è una community di oltre 30.000 genitori, in gran parte donne, che cercano “opportunità lavorative più in linea con le nuove necessità o valori, oppure percorsi formativi e di supporto”. Dall’altro c’è un network di aziende family friendly, che stanno attivando policy e strumenti per rendere il luogo di lavoro più accogliente verso chi è – o diventerà – genitore.

Il punto è proprio questo – spiega Rollandin – siamo una piattaforma digitale che fa da ponte tra due mondi. Supportiamo i genitori nella carriera, e aiutiamo le aziende a migliorarsi ascoltando la voce dei loro lavoratori e lavoratrici. C’è un tema di talenti, di employer branding, ma anche di cultura e impatto sociale”.

Entrare nel cuore delle aziende con un progetto che parla di genitorialità, empatia e flessibilità non è semplice. “Fare startup è complesso in generale, e ancora di più se ti rivolgi ad altre imprese, come nel nostro caso. Sei una realtà microscopica e neonata, eppure devi risultare credibile. Il vero nodo, però, è culturale: parliamo di un tema ancora scottante in certi ambienti. Non è scontato trovare terreno fertile”.

Eppure l’interesse cresce, anche perché il problema che affronta ProMama riguarda una larga fetta della popolazione attiva: “Il nostro è un tema che tocca tutte e tutti. Non era solo un problema mio, ma un problema diffuso. Per questo abbiamo investito nella crescita della nostra community: perché il cambiamento deve partire anche da lì”.

ProMama valuta e affianca le aziende che vogliono rendersi più accoglienti verso i genitori. Ma quali sono gli ostacoli più diffusi? “Il primo scoglio è la flessibilità. Quando manca la possibilità di lavorare da casa, o di prendere un permesso per un’influenza o l’inserimento all’asilo, diventa difficile andare avanti. Per questo una delle prime cose che valutiamo è proprio l’apertura dell’azienda a diverse leve di flessibilità oraria”.

Poi c’è un tema più sottile, ma altrettanto importante: “La cultura aziendale. La persona deve sentirsi vista, accompagnata, non messa da parte. Conta anche come si comunica, come si gestisce il rientro dalla maternità, come si crea un clima favorevole. Ci sono poi iniziative più concrete, come convenzioni con asili nido, o anche solo informare i dipendenti su quali servizi sono disponibili”. L’obiettivo non è una lista standard di benefit, ma trovare il “mix giusto” per ogni realtà: “Ogni organizzazione deve trovare la sua ricetta sostenibile. Se un’azienda adotta strumenti che non riesce a sostenere, si rischia di ottenere l’effetto opposto”.

Se la community è oggi ancora composta in gran parte da donne, la startup lavora anche sul fronte della paternità: “Lato strumenti per le aziende, spingiamo molto sulla valorizzazione del ruolo paterno. Il fatto che un’azienda maggiori il congedo di paternità, o che i padri lo utilizzino davvero, è per noi un indicatore fortissimo di attenzione ai temi della genitorialità”. Per Claudine è chiaro: “Solo se il ruolo del padre diventa più centrale, anche le donne potranno avere più spazio nel mondo del lavoro. Serve riequilibrare i pesi”.

ProMama è attiva dal 2023, ma ha già tracciato una traiettoria precisa, e l’obiettivo finale non è la crescita fine a sé stessa: “Il nostro vero successo sarà quando non ci sarà più bisogno di noi. Quando le esigenze dei genitori saranno parte normale del mondo del lavoro, non un’eccezione. Per arrivarci, dobbiamo diventare 10, 100 volte più grandi. Ma è quella la direzione”.

Un cambiamento che passa per il numero di aziende coinvolte, ma anche per un mutamento culturale più ampio. “I nostri obiettivi sono di impatto. Vogliamo ridurre sempre di più il numero di donne che lasciano il lavoro dopo aver avuto figli. È una questione sociale, non solo occupazionale”. ProMama ha sede operativa a Lavagna, dove Claudine si è trasferita con la famiglia. Ma il team lavora da remoto da varie città italiane, a dimostrazione che la flessibilità è possibile, e funziona. 

Chiara Orsetti

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