Politica - 06 maggio 2025, 16:25

La frenata di Bucci sui sottosegretari e il piano B che guarda a Roma per potenziare la giunta

Il presidente fa marcia indietro sulla riforma dello Statuto e spera che il governo approvi l’allargamento della giunta con due assessori in aggiunta

La frenata di Bucci sui sottosegretari e il piano B che guarda a Roma per potenziare la giunta

E alla fine Marco Bucci (e con lui l’amministrazione regionale), dopo aver incassato il ‘sì’ del consiglio regionale il 4 marzo e dopo aver scelto di aggiornare l’iter burocratico per raggiungere l’obiettivo, fa marcia indietro sulla tanto discussa proposta di introdurre in Regione la figura dei sottosegretari. Una scelta che, inevitabilmente, aveva scatenato la reazione delle opposizioni, pronte a dare battaglia in difesa della spesa pubblica e, soprattutto, a indire un referendum per fermare tutto.
Adesso si ferma davvero tutto, ed è lo stesso presidente a dare lo stop, con l’ultima modifica allo Statuto regionale passata di recente in commissione, che prevede l’eliminazione di quel passaggio a favore di un’altra manovra per raggiungere l’obiettivo dichiarato: potenziare la squadra di governo.

Bucci, infatti, spera che da Roma arrivino buone notizie sulla riforma che consentirebbe all’amministrazione ligure di aggiungere due assessori alla giunta e, nella prossima legislatura, anche di aumentare il numero di consiglieri. In tal caso, la Regione non dovrebbe far altro che recepire la norma e adeguarsi, mentre per introdurre i sottosegretari sarebbe necessario un percorso interno che rischia prima di incagliarsi nell’aspro dibattito in Consiglio e, poi, di scontrarsi con l’eventuale referendum già annunciato dalle opposizioni.

E così, ora il cammino verso il potenziamento della giunta corre su due binari: da una parte l’orecchio teso verso Roma in attesa di buone notizie, dall’altra la proposta-bandiera dei sottosegretari che viene lasciata in stand-by, nella speranza che non si debba forzare la mano.

Adesso tutto riparte. Perché, al di là delle intenzioni politiche, c’è un percorso amministrativo da rispettare. L’emendamento con cui è stata separata la strada delle due possibili soluzioni (e con esso le modifiche allo Statuto) dovrà tornare in Consiglio regionale con lo schema già visto quando ancora si parlava solo dei sottosegretari: due votazioni in aula, a distanza di non meno di due mesi l’una dall’altra.
Per chi segue i lavori del Consiglio – e per chi ne fa parte – sarà un po’ come il Giorno della Marmotta: si riparte da capo, con un principio che ricorda molto quel 4 marzo, quando dopo tanta fatica la maggioranza portò a casa quel ‘sì’ ai sottosegretari che ora è del tutto inutile. Adesso si riparte dal via.

Pietro Zampedroni


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