Politica - 11 maggio 2025, 15:41

Sanità ligure in overbooking, la Regione replica a Fadoi: “Non è solo un’emergenza, è un processo di riforma”

Dopo il report sugli eccessi di occupazione nei reparti di medicina interna, l’assessorato alla Sanità risponde: “Non è inefficienza, ma sintomo di un sistema in transizione. Puntiamo su dimissioni protette, rete territoriale e presa in carico integrata”

Sanità ligure in overbooking, la Regione replica a Fadoi: “Non è solo un’emergenza, è un processo di riforma”

A poche ore dal report condiviso da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, che ha lanciato l’allarme sullo stato di affollamento dei reparti di  medicina interna, con un dato nazionale che parla di oltre il 58% di reparti in overbooking, e il 57% in Liguria, la Regione Liguria interviene sul tema.

L’occupazione elevata dei posti letto nei reparti di medicina interna liguri, come peraltro in molte altre Regioni italiane anche virtuose e negli altri Paesi europei, non rappresenta di per sé un dato negativo, ma semmai di efficienza delle strutture”, ha dichiarato l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò.

Il problema, secondo la Regione, è di natura sistemica. I reparti di medicina interna, si sottolinea, sono il principale snodo di smistamento per i pazienti provenienti dai Pronto Soccorso, e dunque fisiologicamente più esposti nei momenti di picco. Questo, per la Giunta, significa il dover potenziare la rete territoriale.

In quest’ottica si inserisce la sperimentazione delle dimissioni protette nell’area metropolitana genovese, già avviata nel febbraio 2025. Il piano prevede che gli ospedali gestiscano direttamente posti letto convenzionati con le RSA post-acuti, acquistati dal sistema sanitario regionale.
Attualmente i posti disponibili sono 312 – inizialmente 300, poi aumentati del 4% – distribuiti tra i principali presidi ospedalieri cittadini. L’obiettivo è duplice: da un lato ridurre la pressione ospedaliera, dall’altro assicurare un percorso assistenziale fluido per i pazienti dimessi che necessitano ancora di sorveglianza clinica.

“La sperimentazione sta dando i suoi frutti - osserva ancora Nicolò - Il piano è continuamente monitorato e modulato in funzione delle esigenze stagionali, come l’influenza o l’emergenza caldo”.

A questa misura si affianca un lavoro più ampio sulla filiera sociosanitaria, con l’intento di ripensare l’offerta di residenzialità e semiresidenzialità per la popolazione fragile. In parallelo, prende forma l’organizzazione delle Case della Comunità, snodo fondamentale del nuovo modello di medicina territoriale previsto dal PNRR.

Al centro della strategia regionale c’è una visione orientata alla prossimità e all’integrazione: ospedale, territorio, medicina generale e servizi sociali.

Il primo posto dove garantire assistenza e cura deve restare la propria casa”, ribadisce l’assessore. “Solo così si può rispondere davvero alle necessità della popolazione cronica e fragile”.

Non manca infine un chiarimento tecnico su un dato spesso travisato: l’occupazione superiore al 100% dei posti letto. “Non si tratta di un errore o di sovraccarico irregolare – spiegano dalla Regione – ma di una pratica comune legata ai cosiddetti letti tecnici, cioè appoggi temporanei per pazienti in attesa di ricovero effettivo, oppure postazioni di Day Hospital, che permettono l’alternanza di più pazienti in un giorno”.

IL REPORT FADOI

Il 57% dei reparti negli ospedali liguri è in overbooking, ma circa un quarto dei ricoveri sarebbe evitabile con una migliore presa in carico sul territorio e più prevenzione, mentre c'è una carenza cronica di personale nel 93% delle unità operative e così la quasi totalità dei medici non ha più tempo o ne ha troppo poco per fare ricerca: questo è il quadro dipinto da un'analisi svolta tra marzo e aprile dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi).

"I reparti di medicina interna dei nostri ospedali sono quelli che assistono quasi la metà dei ricoverati, in particolare anziani e cronici con comorbilità - ricorda la presidente Fadoi Liguria Elena Barbagelata -. Pazienti che necessitano di cure sempre più complesse, che richiederebbero adeguate dotazioni di letti e personale, ma il 57% dei reparti in Liguria ha un tasso di occupazione dei posti letto oltre il 100%".

Nelle medicine interne "si può dire che la sottoutilizzazione dei posti letto sia un fenomeno inesistente, visto che nessuna delle unità operative ha un tasso di utilizzo inferiore al 50% e nessuna tra il 51 e il 70% - rimarca -. Ma mentre il 43% dei reparti occupa tra il 70 e il 100% dei letti a disposizione, il 57% va appunto in 'overbooking', con oltre il 100% dei letti occupati. Ciò significa avere pazienti assistiti magari su una lettiga in corridoio, con un solo separé a garantire la privacy. Ad acuire il tutto c'è poi la carenza di personale nel 93% dei casi".

Pochi letti, ancor meno personale "ma la situazione potrebbe essere un po' più gestibile se si potessero evitare i ricoveri impropri, quelli frutto di una difficoltà di presa in carico dei servizi territoriali - segnala - centrati in larga parte sulla rete degli studi dei medici di famiglia, anche loro sempre meno numerosi e con un numero in eccesso di pazienti da dover seguire. Mediamente un ricovero su quattro in Liguria potrebbe essere evitato". 

Discorso analogo per la mancata prevenzione: "Stili di vita scorretti, bassa aderenza agli screening, scarse coperture vaccinali, unite al più basso finanziamento pubblico in Europa per la prevenzione, così almeno un terzo degli assistiti finisce in ospedale, quando avrebbe potuto evitarlo. Nei reparti, infatti, il 26% dei ricoveri è dovuto alla poca prevenzione", conclude. 

Redazione


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