Il dibattito attorno allo Skymetro di Genova si è nuovamente acceso dopo l’atteso pronunciamento del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ma i comitati cittadini, in particolare il Comitato Opposizione Skymetro - Valbisagno Sostenibile, non ci stanno.
Ieri l’annuncio del via libera da parte del consiglio è stato salutato dal viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi come un passo avanti per la crescita della città ma chi nella Val Bisagno ci vive e ci lavora non prova lo stesso entusiasmo.
Vincenzo Cenzuales, portavoce del comitato, spiega che il parere era scontato e atteso, dato che i tempi tecnici imponevano una risposta entro quarantacinque giorni. Tuttavia, precisa che il Consiglio Superiore non ha il potere di approvare o bocciare il progetto in senso politico: il suo ruolo è esclusivamente tecnico, può solo dare prescrizioni o chiedere migliorie, come già accaduto in passato per altri grandi progetti. Poi rincara: “Si tratta di una non notizia trasformata in propaganda politica”.
Secondo Cenzuales, infatti, la notizia di questi giorni è più una presa di posizione politica che un vero avanzamento tecnico. “Noi il parere non ce l’abbiamo, quello che è uscito è solo una nota del Ministero, una nota politica, non tecnica. Dove sono i documenti ufficiali? Dove sono il parere del Consiglio e il decreto di proroga che chiediamo da più di un mese? Nessuno li ha mai visti, né pubblicati”, denuncia. I comitati, abituati a lavorare su carte e documenti, si dicono sconcertati dalla mancanza di trasparenza: “Quando un cittadino deve fare una carta d’identità, deve portare una fotografia, non uno schizzo o un acquarello. Qui invece si commenta il nulla”.
La delicatezza del periodo elettorale complica ulteriormente la situazione: il comitato di opposizione allo SkyMetro, dichiaratamente apartitico, rivendica la necessità di chiarezza e correttezza, soprattutto quando si parla di opere che impattano sul territorio e sulla vita quotidiana dei cittadini.
“C’è molto pressappochismo ed è grave soprattutto se a parlare è un viceministro, che ha diffuso numeri sbagliati anche sui costi dell’opera, gonfiandoli a 600 milioni quando la cifra reale è di 400”. Il portavoce accusa inoltre il viceministro di non conoscere le carte e di diffondere informazioni errate anche sulla possibilità che altre città possano subentrare nei finanziamenti in caso di rinuncia di Genova, cosa che secondo i comitati non corrisponde al vero.
Sul piano tecnico e finanziario, i comitati smontano la narrazione ufficiale: attualmente solo il primo lotto dello Skymetro ha una copertura finanziaria, e, conti alla mano, neppure completa. Il secondo lotto non ha fondi e il terzo, quello che dovrebbe collegare Struppa a Prato, non è nemmeno progettato. Il Comune, spiegano, ha chiesto ulteriori finanziamenti non per la Val Bisagno ma per estendere la metropolitana verso altre zone della città. “Stanno prendendo in giro i cittadini della Val Bisagno”, afferma Cenzuales, “perché a Molassana esiste almeno un progetto, ma per la tratta Struppa-Prato non c’è neanche quello”.
L’alternativa proposta dai comitati è chiara: con i fondi già disponibili, circa 400 milioni di euro, si potrebbe realizzare in tre anni un collegamento efficace fino a Prato, coprendo tutta la valle urbana e offrendo un reale beneficio alla comunità. L’amministrazione, invece, propone un’opera che copre solo il 40% del percorso necessario, lasciando scoperta la parte più popolosa della valle e rischiando di deturpare il territorio senza portare vantaggi concreti.
La differenza, secondo i comitati, è sostanziale: da una parte una proposta concreta, sostenibile e realizzabile in tempi certi, dall’altra una narrazione che definiscono “da venditori di fumo”, che promette molto ma rischia di lasciare la valle senza soluzioni efficaci per la mobilità. I cittadini chiedono trasparenza, confronto e attenzione alle vere esigenze del territorio, convinti che solo attraverso un dibattito pubblico serio e documentato si possa davvero migliorare la Val Bisagno.






