“L’amministrazione uscente ha dimenticato le delegazioni e profondamente acuito le differenze tra cittadini. Per questo serve un cambio di passo e servono soprattutto politiche equilibrate per tutte e per tutti”. Un cambio di passo: così la vede Silvia Brocato, pegliese, candidata per il Partito Democratico al Consiglio Comunale di Genova.
Entrata in politica nel 2012 come consigliera municipale al VII Ponente, è stata poi assessora municipale alla Scuola e alle Pari Opportunità dal 2017 al 2022 (nella giunta guidata dal collega dem Claudio Chiarotti), mentre nel giugno 2022 non è risultata eletta, “ma non ho mai smesso di interessarmi di politica, di essere parte attiva e di portare il mio aiuto ovunque ve ne fosse bisogno. Mi candido per il Consiglio Comunale forte di una esperienza di dieci anni in Municipio e ben consapevole che ci sono altre figure di candidati e di candidate molto forti che potranno fare un gran bene sul nostro territorio, anche perché dopo tre anni di malgoverno della destra cittadina ve n’è un enorme bisogno”.
Silvia Brocato, già impiegata di banca, attualmente è impiegata presso l’Agenzia delle Entrate e delle Riscossioni, ma ha sempre fatto dell’impegno pubblico uno dei suoi obiettivi: “Chi ha competenze, chi può dare qualcosa, lo deve saper mettere al servizio della comunità. Così è sempre stato nella mia famiglia, così mi hanno insegnato a fare. Sono stata dieci anni in Municipio e posso dire che, dal 2012 al 2022, ne ho vissuto in prima persona il progressivo svuotamento a opera delle giunte guidate da Bucci: l’impostazione che ha voluto dare è stata quella di un’amministrazione centralizzata, senza più nessuna attenzione alle istanze dei territori, specialmente quelli del Ponente. Ecco che il rapporto con i cittadini si è deteriorato ed ecco che si sono create enorme sacche di povertà: persone che non ce la fanno, servizi sociali assenti, mancanza del rapporto diretto con le persone. Con il centrodestra al governo è passato il concetto che o ce la fai da solo, oppure sei inutile. Questo paradigma non può più essere applicato e ci vorranno moltissimi anni per ritornare sui giusti binari con un’equa amministrazione”.
Silvia Brocato è iscritta al Pd dal 2012: “Sono stata fuori dalle istituzioni solo nell’ultimo ciclo: non è stato un problema personale, bensì è stata una presa d’atto che la città sarebbe stata governata senza un vero rapporto con le persone. E, purtroppo, non ci sbagliavamo. È una impostazione politica che non ho mai condiviso. Quindi ben vengano le parole della nostra candidata sindaca, Silvia Salis, che ha subito detto di voler rimettere i Municipi al centro. È la ricetta giusta, la direzione da prendere assolutamente: più vicinanza ai territori, più dialogo con le persone, no alle scelte calate dall’alto. Bisogna ripartire dall’ascolto: in quelle cinquemila persone che, nel marzo 2023, sfilarono per le strade del Ponente contro la scellerata decisione imposta dall’alto di realizzare i cassoni della diga al porto di Pra’, ci fu tutta la frustrazione di un territorio da decenni martoriato e stanco. Va riconquistata la fiducia di queste persone e la fiducia si riconquista con il dialogo, non a colpi di delibere. Matteo Frulio, il nostro candidato presidente per il Municipio Ponente, lo saprà fare in maniera eccellente”.
Nei giorni scorsi, Silvia Brocato è stata al centro di una diatriba con alcuni rappresentanti del centrodestra: “Ho postato una intervista a Piciocchi dove lui sostiene che è adatto a governare perché è papà e nonno a 47 anni, mentre la sinistra non sarebbe in grado. Ho ironicamente commentato ‘una lotta all’ultimo spermatozoo’ e sono stata sommersa di insulti dalle donne della Lega. Al di là di questo, continuo a non capire il nesso tra essere padre, essere nonno e saper governare una città. La capacità di governare una città non dipende da quanti figli si hanno o da quanto giovani si diventa nonni. È un discorso senza senso. Già Bucci attaccò Orlando alle Regionali sul tema dei figli, sembra proprio che la destra non abbia altri argomenti e sembra che nella loro visione di società classista chi ha scelto di riprodursi debba avere più diritti e considerazione di chi non ha voluto o non ha potuto avere figli. È una posizione inaccettabile”.






