In un tempo in cui tutto si consuma, si getta, si sostituisce, c'è un angolo di Genova che da dieci anni resiste e ricuce, ed è precisamente a Coronata, quartiere collinare affacciato su Cornigliano, dove l’associazione di volontariato 'Amici di Coronata' festeggia quest'anno il suo decimo compleanno. Un traguardo che è molto più di un numero: è la misura concreta di dieci anni di impegno gratuito, di cura del territorio e soprattutto delle persone.

Unico esempio di questo genere nel ponente genovese, l’associazione è diventata negli anni un punto di riferimento sociale e umano per il quartiere, guidato dall’instancabile presidente ‘operaio’ Elio Proietti, sempre pronto ad assolvere alle esigenze di tutti, con un sorriso e una battuta che rendono tutto più “leggero”.

Fondata quasi per caso proprio da Elio, insieme a un piccolo gruppo di volontari animati da spirito civico e passione per il “fare bene”, l’associazione è cresciuta fino a contare dodici soci attivi, duecento associati e la gestione di ben quattro locali, concessi dal Comune di Genova in collaborazione con la Croce Bianca e AMIU. Un piccolo miracolo urbano di solidarietà, resilienza e concretezza, realizzato con mezzi semplici, ma con una visione chiarissima: essere accanto a chi ha bisogno.

“Elio, storico milite della Croce Bianca, aveva chiesto un piccolo spazio dove fare qualche lavoretto per il quartiere. Piano piano è diventato il tuttofare di Coronata, il punto di riferimento per il municipio e per gli stessi assistenti sociali. Ma a un certo punto ci dissero: o fate un’associazione o non potete più aiutare nessuno. Così siamo partiti”, raccontano il presidente Elio Proietti e il segretario Sergio Tonetto.
Oggi, Amici di Coronata è una realtà viva e radicata. I volontari offrono gratuitamente lavori di piccola manutenzione domestica, aggiustano oggetti destinati alla discarica, curano aiuole e spazi pubblici, raccolgono firme per difendere i servizi essenziali e collaborano con il tribunale per reintegrare nella società persone sottoposte a messa alla prova, ovvero coloro che hanno compiuto piccoli reati.
Il cuore dell’attività è proprio questo: il riuso, il recupero, il non buttare via niente, neanche le speranze. In un’epoca dominata dal consumo rapido e dallo spreco, qui si restituisce valore alle cose e dignità alle persone: “Ci portano oggetti rotti o inutilizzati. Li sistemiamo insieme, gratis. In un mondo dove tutto si getta, noi aggiustiamo”, raccontano.
Il modello è circolare, come l’economia sostenibile a cui i volontari si ispirano. I locali dell’associazione ospitano oggetti recuperati da case svuotate dopo lutti o traslochi. Quello che può servire viene conservato; ciò che è in eccesso, donato ad AMIU. È anche grazie a questa rete che Coronata è diventata uno dei nodi genovesi del progetto Surpluse, che promuove il riciclo creativo e solidale.

Non mancano i racconti che scaldano anche il cuore: “Una volta ci chiamarono per un senzatetto che aveva finalmente accettato di trasferirsi in un monolocale. Era completamente vuoto. Noi lo abbiamo arredato tutto, gratuitamente, pezzo per pezzo. Per noi è normale, per lui è stato tutto”, afferma Tonetto.
Ci sono poi, anche e soprattutto, gli interventi di pubblica utilità: la tinteggiatura del muro della scuola, la manutenzione della fermata AMT, dove oggi brillano una panchina rossa contro la violenza sulle donne, un pannello solare con luce notturna e persino una presa USB per ricaricare il cellulare in attesa dell’autobus. “Un anno e mezzo fa il sindaco Bucci disse che sarebbe bello fare le fermata così e che le avrebbe realizzate tutte in quello stile: noi l’abbiamo fatta subito”, racconta sorridendo Sergio.

Ma Amici di Coronata non è solo operatività: è anche voce del territorio. Dopo la pandemia, quando la posta del quartiere aveva ridotto gli orari, l’associazione raccolse centosettanta firme per farla riaprire tutta la settimana, e ci riuscì. Ha anche guidato una raccolta firme per un collegamento stradale tra Coronata e il parco degli Erzelli, un’infrastruttura che snellirebbe il traffico e collegherebbe il quartiere al futuro: “La mozione è passata, il sopralluogo ha dato esito positivo, ma poi tutto si è fermato. Noi però andiamo avanti: oggi abbiamo già più di seicento firme”.

Un altro nodo irrisolto riguarda il centro culturale islamico all’inizio di via Coronata: “All’epoca si poteva fare una moschea moderna, ben strutturata, anche a nostre spese, ma ci dissero di no. Poi hanno fatto lo stesso un centro culturale islamico, che è di fatto la stessa cosa. Oggi ci sono lamentele sul rumore estivo: se fosse stata una moschea, con spazi chiusi, questi problemi non ci sarebbero”.
La lista dei sogni è lunga e uno in particolare lo racconta Elio con emozione: “Io spero di prendere questi famosi quattrocento voti - essendo candidato con il Partito Democratico presso il Municipio Medio Ponente - e così, in futuro, di espandere ciò che facciamo a Sestri e Cornigliano. Mi rende felice vedere il sorriso delle persone quando le aiutiamo. Non c’è denaro che possa ripagare una cosa così”.
Nel frattempo, si continua con i piccoli gesti quotidiani: una grondaia che porta l’acqua a un’aiuola, una guaina per proteggere un muro dalle scritte, una bacheca pubblica per evitare che i volantini invadano ogni superficie. E sempre, sotto tutto, la stessa spinta: dare valore al quartiere, dare valore alle persone.
Dieci anni non sono solo una ricorrenza, ma sono una storia che continua, scritta da chi sceglie ogni giorno di non voltarsi dall’altra parte. E a Coronata, grazie agli 'Amici', c’è sempre qualcuno pronto a dire: “ci penso io”.














