Attualità - 20 giugno 2025, 08:00

Incrocio via Giotto-via Borzoli, la riqualificazione che diventa memoria: “Dedicheremo lo slargo ad Alessandro Fontana”

Un intervento atteso da tempo a Sestri, oggi quasi completato: i lavori termineranno tra luglio e agosto. Un progetto che nasce, però, da una tragedia: la morte del ragazzo diciottenne, travolto da un tir nel 2014. Il presidente del Municipio Fabio Ceraudo: “Non dobbiamo dimenticare: sarà tra i primi atti proposti in consiglio"

Era il 2 dicembre 2014 quando una tragedia cambiò per sempre il volto, e la coscienza, di un quartiere: Alessandro Fontana, diciotto anni, fu travolto e ucciso da un tir all’uscita da scuola, tra via Giotto e via Borzoli. Un punto nevralgico della mobilità studentesca di Sestri Ponente, trasformato oggi, oltre dieci anni dopo, nel primo esperimento di 'zona scolastica potenziata' grazie a un progetto finanziato dalla Città Metropolitana e inserito nel più ampio piano PNRR.

Però, il tempo non ha cancellato il dolore: ogni pietra posata in quell’incrocio rinnovato, e che tra fine luglio e agosto vedrà la conclusione dei lavori e così un'area riqualificata, porta con sé il peso della memoria, di una tragedia che non può e non dev'essere dimenticata.

E, in considerazione di ciò, Fabio Ceraudo, il nuovo presidente del Municipio Medio Ponente, non ha dubbi e il progetto ha un valore che va oltre l’urbanistica: "La riqualificazione è importante per tutta la delegazione, anche perché è l’unico intervento del PNRR arrivato nel Medio Ponente – spiega –. Ma ciò che gli dà un peso specifico più grande è la sua origine. Questo progetto nasce da una tragedia, quella di Alessandro, un ragazzo di diciotto anni che perse la vita in quel punto nel 2014. Una morte che poteva essere evitata, e che ha portato a rivedere tutta la viabilità in quella zona". 

Ceraudo ha già annunciato la volontà di dedicare lo slargo riqualificato ad Alessandro: "È un segnale importante, per la famiglia e per tutto il quartiere. Anche per non dimenticare, e per richiamare  quello che è successo. Mi sento in dovere di presentare questa proposta al prossimo consiglio municipale, il 2 luglio". 

Presentato il 31 maggio 2023 dall’assessore alla Mobilità Matteo Campora e dal dirigente Smart Mobility Valentino Zanin, il piano aveva e ha un obiettivo preciso: trasformare un nodo critico in un modello di sicurezza urbana. L’intervento ha interessato l’intersezione tra via Giotto, via Borzoli e piazza Aprosio, cuore pulsante di Sestri Ponente, frequentato ogni giorno da centinaia di studenti degli istituti Bergese, Rosselli e Gramsci.

Foto dei lavori datata al 09/04/2024

I lavori, iniziati nell’agosto 2023 e aggiornati ad aprile 2024, hanno previsto la creazione di nuovi marciapiedi più ampi, l’installazione di fioriere e panchine, la ripavimentazione in materiale Transbit, lo stesso usato in piazza De Ferrari, e la riorganizzazione dei parcheggi e delle fermate bus. Particolare attenzione è stata dedicata alla separazione tra veicoli e pedoni, con l’installazione di barriere protettive e la rimozione dell’isola di traffico centrale.

La tragedia di Alessandro

Il 2 dicembre 2014 Alessandro usciva da scuola poco dopo mezzogiorno. Doveva tornare a casa, come ogni giorno. Ma il destino ha voluto che un camion, con una sporgenza, agganciasse lo zaino del giovane mentre attraversava via Borzoli. Trascinato sotto le ruote del mezzo pesante, Alessandro è morto sotto gli occhi dei compagni, dei soccorritori e, poco dopo, dei suoi stessi genitori, accorsi sul posto.

Alessandro aveva 18 anni, faceva lo scout, voleva diventare medico. L’autista del tir, risultato negativo a ogni test, procedeva con semaforo verde. Ma la domanda che ancora oggi rimane impressa è una sola: perché un mezzo pesante poteva transitare regolarmente in un’area gremita di studenti?

Così, dopo il lutto, la mobilitazione: lo scorso 5 dicembre 2014, un’intera comunità scese in strada per una “passeggiata pacifica” in memoria di Alessandro. Palloncini bianchi, silenzi pesanti, domande senza risposte. Quel giorno, via Sestri divenne il corteo di un dolore collettivo che chiedeva una sola cosa: sicurezza.

Ci sono voluti anni, dialoghi, studi, promesse, e poi ancora attese, fino alla recente accelerazione negli ultimi tempi: grazie a fondi PNRR, oggi il progetto è quasi concluso. Un progetto che, quindi, non è solo una riqualificazione urbanistica; è una risposta, tardiva ma concreta, a una ferita che ha segnato una comunità. È il tentativo di trasformare il dolore in prevenzione, la memoria in futuro.

Federico Antonopulo

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