Da sabato 6 luglio inizieranno i saldi estivi in Liguria. Come ormai di consueto, vetrine e negozi di tutta la regione esporranno cartellini rossi e offerte speciali, segnando l’inizio di una stagione di sconti che ogni anno attira migliaia di consumatori in cerca di occasioni, soprattutto nel settore dell’abbigliamento e delle calzature. Il periodo di sconti durerà fino al 18 agosto. Regione Liguria, nell'individuazione delle date, ha dato attuazione alla normativa vigente e a quanto contenuto nel documento con cui la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome rende omogeneo su tutto il territorio nazionale il periodo delle iniziative promozionali. "L'invito è, come sempre, quello di approfittare dell'occasione per sostenere il piccolo commercio e quelle realtà imprenditoriali che tengono accese le luci delle nostre città - ha commentato il consigliere delegato allo Sviluppo economico e al Commercio Alessio Piana -. Come Liguria, in linea con quanto condiviso con le altre Regioni e con le categorie maggiormente rappresentative del settore, abbiamo espresso la necessità di avere date uniformi, specie tra territori limitrofi, per evitare disequilibri".
Il termine “saldi” è ormai entrato nel linguaggio comune, ma la sua origine è strettamente legata al mondo del commercio. Come ricorda Confcommercio, la parola indica il “saldo”, ovvero la differenza tra entrate e uscite nelle attività commerciali, e per estensione rappresenta la vendita della merce rimasta invenduta a fine stagione. I saldi sono dunque l’occasione per i negozianti di liberare i magazzini e per i clienti di acquistare prodotti a prezzi ribassati.
Le vendite di fine stagione, così come le conosciamo oggi, hanno radici profonde nella storia italiana. Fu durante il periodo fascista che vennero promulgate le prime leggi sulle “vendite straordinarie”, con il Regio Decreto del 2 giugno 1939 che introdusse due categorie: le vendite di liquidazione e le vendite straordinarie. In particolare, queste ultime erano pensate per i prodotti stagionali, come l’abbigliamento, soggetti a rapido deprezzamento se non venduti entro una certa stagione.
Nel dopoguerra, la gestione dei saldi passò dalle corporazioni fasciste alle Camere di Commercio e agli uffici provinciali, mentre nel 1980 una nuova legge nazionale regolamentò la durata massima dei saldi (quattro settimane) e le modalità di esposizione e pubblicità dei prezzi scontati, con l’obiettivo di tutelare sia i consumatori che i commercianti da pratiche scorrette.
Un’ulteriore svolta arrivò nel 1991, quando fu stabilito che i saldi si sarebbero svolti in periodi unificati su tutto il territorio nazionale. Ma dal 1998, e ancor più dopo la riforma costituzionale del 2001, la competenza sulle date e sulle modalità dei saldi è passata alle Regioni, che possono così adattare la disciplina alle specificità locali.
Anche quest’anno, i negozi liguri dovranno rispettare precise regole: i prezzi originali e quelli scontati dovranno essere chiaramente indicati, senza possibilità di modificarli durante il periodo dei saldi. I controlli sono finalizzati a garantire la trasparenza e ad evitare pubblicità ingannevoli, tutelando così la leale concorrenza e la fiducia dei clienti. Non esistono limiti al numero di capi acquistabili e lo sconto non può essere subordinato all’acquisto di altri prodotti. La merce in saldo deve essere esposta separatamente da quella non scontata, per facilitare la scelta dei consumatori.






