Continua la caccia al fresco in un verosimile conto alla rovescia collettivo verso non si sa che cosa, ma con l'ipotesi di una perturbazione in arrivo a far calare le temperature da graticola di queste settimane su Genova. Mentre abbiamo già sforato tutti i record pensabili dell'estate attuale, eternamente più calda delle precedenti, c'è chi non resta a guardare, e a sciogliersi in casa. E, incurante dei chilometri, è disposto a tutto, compresa una notte in tenda per guadagnare quegli 8-10 gradi capaci di lasciarti dormire. E poi, il giorno dopo, ripartire. Magari per andare in ufficio, dopo una serata sui monti.
Eroi attuali della stagione estiva 2025, che arrivano sull'Appennino ligure non solo da braceri molto più caldi, dalla pianura lombarda, dall'Alessandrino, dal Tortonese. Ma pure dalla costa ligure. E affollano i rifugi, in queste settimane più a tappo del solito, nonostante ormai da qualche estate la tendenza si sia consolidata.
Quest'anno a dirla tutta ha accelerato, e se nel weekend non si trova un posto letto, comincia ad essere complicato piazzare anche solo una tenda a settimana in corso. Dopo il Faiallo, anche Pratorotondo è sold out. Rifugio nel cuore del geoparco Unesco, appena scavallata la cima del Monte Beigua, ufficialmente comune di Cogoleto ma anche crocevia tra Genovesato, Savonese ed interni, con i suoi 1098 metri d'altezza, è una terrazza sulla costa, di notte immersa nel cielo stellato.
Un luogo da sogno, diventato anche meta da sonno, per chi a casa tra quattro mura cittadine non riesce più a dormire dal caldo. "Tanti arrivano anche dalla costa, dalla città - racconta Gloria Martini, che gestisce la struttura - vengono a dormire qui in tenda, da Varazze, Arenzano, Cogoleto. Anche perché qui si respira, ci sono 10 gradi in meno nonostante tutto. E poi il mattino vanno a lavorare".
Si arriva agili da Varazze, risalendo la strada verso il Pero e poi il Beigua, i local accorciano passando da Sciarborasca. E una volta lassù si respira. Almeno un po' di più rispetto alla riviera. La stessa montagna 'regno del vento' dove fino a 15-20 anni fa, in un'alba d'estate, poteva non bastare una felpa e una giacca per ripararsi dall'escursione termica tra notte e primo mattino, tocca e supera nel 2025 i 26 gradi al sole a oltre 1000 metri. Più climate change di così, non si sa bene cosa.
"I posti letto - aggiunge Gloria - nel fine settimana sono quasi sempre tutti pieni, ma ora si riempiono anche in settimana. Oggi siamo al completo, a parte questa domenica in cui ha pesato l'incertezza meteo e il possibile arrivo di perturbazioni".
Sono 23 in tutto, c'è un ristorante a disposizione per pranzi e cene, e un'area picnic che si presta anche alla presenza di tende. Che in effetti non mancano. "Sicuramente lavoriamo tanto in stagione, c'è di anno in anno una crescita, ma quest'anno l'aumento di presenze rapido è stato simile a quello di 2 estati fa".