Attualità - 14 luglio 2025, 16:55

Dall’abbandono alla rinascita: a Sestri Ponente nasce il 'Comitato Medio Ponente Bene Comune' per restituire vita all’ex Corderia e ai Giardini Cassiani Ingoni

Tre giovani del quartiere danno vita a un progetto di rigenerazione urbana partecipata, con l’obiettivo di trasformare un’area simbolo del degrado in un luogo aperto, pulito e sicuro per tutta la comunità. Assemblee, laboratori, coinvolgimento delle scuole e dialogo con le istituzioni: “Il nostro sogno è uno spazio dove le persone possano incontrarsi, creare e condividere”

Da un piccolo gruppo di tre ragazzi del quartiere a un comitato con un progetto chiaro e condiviso: rigenerare un pezzo dimenticato di Sestri Ponente, l’ex Corderia e i Giardini Cassiani Ingoni. È nato così, poche settimane fa, il Comitato Medio Ponente Bene Comune, una realtà civica ufficializzata recentemente e già pronta a partire con il suo primo grande obiettivo.

All’inizio eravamo solo un gruppo di ragazzi del quartiere che, vista la situazione di degrado in cui versava tutta l’area dei Giardini Cassiani Ingoni, pensavano di attivarsi a titolo personale e chiedere un Patto di Collaborazione con il Municipio”, racconta Federico, socio fondatore e portavoce del comitato. “Insomma, l'idea di base era istituire un patto ordinario per realizzare interventi di cura di modesta entità. Ma ci siamo subito resi conto che la situazione era più critica di quanto immaginassimo”. 

Il progetto iniziale si è così trasformato in qualcosa di più ambizioso e strutturato: “Abbiamo iniziato a fare dei sopralluoghi e, oltre all'entusiasmo, ci siamo scontrati con lo scoramento: l’area è davvero messa male. Da lì, l’idea di progettare qualcosa di più esteso, coinvolgendo magari anche l’università e cercando finanziamenti. Il tutto è successo pochi mesi fa: siamo tre ragazzi tra i trenta e i quarant’anni”.

È proprio durante i sopralluoghi che qualcosa è scattato: “Ci siamo armati di una cartelletta e abbiamo iniziato a elencare criticità e possibili soluzioni. Le persone si avvicinavano, chi dai balconi, chi per strada: c’è stato subito un bel riscontro. E allora ci siamo chiesti: perché non provare a fare un comitato assieme al quartiere?”.

È nato così il Comitato Medio Ponente Bene Comune, con al suo interno il gruppo ‘Amici della Corderia’, che si dedicherà specificamente al recupero dell’ex Corderia e dei Giardini Cassiani Ingoni, oggi in stato di abbandono. “Siamo un gruppo di cittadini attivi e uniti dal desiderio di restituire dignità, bellezza e vivibilità all’area. Il nostro sogno è quello di ricreare un luogo aperto, verde, sicuro e vivo. Uno spazio dove bambini, giovani, anziani, famiglie e associazioni possano incontrarsi, giocare, creare, coltivare idee e relazioni. Un luogo che racconti la memoria del quartiere e guardi al futuro”.

Un legame profondo, anche affettivo, lega i fondatori alla zona: “Io ho fatto il Calvino anni fa. Spesso, tra una lezione e l’altra, prendevamo un po’ di focaccia e andavamo a mangiare ai giardini. Abbiamo passato bei momenti lì. Oggi vedere quel posto così degradato fa male”.

Intanto, l'agenda del neo comitato è già piena: “Abbiamo chiesto un incontro con Fabio Ceraudo, presidente del Municipio VI Medio Ponente, che ci ascolterà mercoledì 16 luglio alle 18 proprio presso l’area ex Corderia. Se ci sarà interesse e partecipazione da parte del quartiere, partiremo davvero”.

L’obiettivo del comitato si articola in quattro punti chiave:

  1. Riqualificare l’area ex Corderia e i Giardini Cassiani Ingoni;
  2. Valorizzare i campetti sportivi e creare nuovi spazi per attività all’aperto;
  3. Introdurre funzioni culturali, sociali e ricreative;
  4. Coinvolgere tutta la cittadinanza in un percorso di progettazione partecipate. 

Il metodo sarà altrettanto importante: “Vogliamo lavorare attraverso assemblee pubbliche, laboratori, questionari e incontri con le scuole. Coinvolgeremo Municipio, Comune, associazioni e professionisti del territorio. E candidando il progetto a bandi pubblici e privati per ottenere risorse”.

Il cuore del progetto, però, resta uno solo: il bene comune. “La parte più importante è che il progetto sia davvero pilotato dai residenti, in base ai loro desideri e bisogni. Se l’area viene presa in mano dalle persone che la vivono ogni giorno, tutto diventa più semplice, più giusto e più vero”.

Federico Antonopulo

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