Continua con questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato alle Botteghe Storiche e ai Locali di Tradizione della nostra città. Vogliamo raccontare, di volta in volta, quelle che sono le perle del nostro tessuto commerciale, e che ci fanno davvero sentire orgogliosi di appartenere a questa città. Buon viaggio insieme a noi!
Quattro secoli di vita, ma portati benissimo: l’Antica Farmacia della Maddalena, nella via omonima dal 1600, è un vero e proprio punto fermo per il centro storico. Dal 1985 è Roberto Torelli a portare avanti l’attività, con impegno, dedizione e amore per la professione: “Ho conosciuto i vecchi titolari, erano tre generazioni che si succedevano e ci lavoravano sin da prima dell’Ottocento. Io sono arrivato 40 anni fa. Poi sono arrivati i miei figli, la seconda generazione” spiega. Nel tempo, la farmacia si è evoluta: “Abbiamo aperto altre sedi, ma questa rimane il cuore, la numero uno. Qui è registrata la sede legale e amministrativa”. Oggi fanno parte del gruppo Farmacia Torelli S.r.l., e l’Antica Farmacia della Maddalena è diventata il fulcro attorno a cui ruotano le altre attività a Camogli e Bolzaneto.

L’arrivo nel quartiere della Maddalena, però, non è stato semplice: “Nell’85 qui era durissima: c’erano spacciatori, tossici, ladri. Eravamo in trincea. Venivo da Zoagli, un’altra realtà completamente diversa”. Ma invece di fuggire, ha deciso di restare, resistere e integrarsi nel quartiere.“Ci siamo inseriti bene nel tessuto urbano. Abbiamo sempre rispettato la gente e siamo sempre stati rispettati. C’era la chiesa, la pasta fresca, pochi negozi storici rimasti. Poi molti se ne sono andati, e anche la chiesa a un certo punto ha dovuto ridurre le messe. Oggi ne viene celebrata soltanto una. Ma noi siamo rimasti”.
La Maddalena è un luogo dai mille volti: “È anche una tappa del giro turistico delle crociere: il lunedì portano i gruppi a vedere la Chiesa della Vigne, la chiesa barocca ristrutturata, davvero bellissima, e quella della Maddalena”. Ma la bellezza convive con una realtà difficile: “Durante le Colombiadi c’era stata la volontà politica di ripulire tutto, hanno fatto miracoli. Durò due anni. Poi è finita. E pensare che siamo a cento metri dal Comune”.
Una situazione, dice, che affonda le radici nella storia stessa della città: “Già nei libri del Cinquecento la Maddalena veniva definita il Red District della Repubblica di Genova: le famiglie nobili avevano i saloni sopra e le prostitute sotto. E da allora non è mai cambiata. Ci conviviamo da sempre, e paradossalmente, con alcuni è più facile. Gli spacciatori fanno i loro affari, ma non danno fastidio. Non è come con i tossici di una volta”.

Eppure, nonostante tutto, la farmacia è diventata parte integrante della comunità. “Qui la gente è riconoscente: a Natale ti portano l’uovo, il pandolce, il pollo. È come un paese dentro la città”. Anche se negli anni il bacino d’utenza si è ristretto e molti sono venuti a mancare, il legame resta forte. “Il lavoro è calato perché è calata la popolazione: da 75.000 abitanti siamo scesi a 25.000, ma le farmacie sono sempre dieci. Ognuno si è specializzato: chi in veterinaria, chi in cosmesi, chi in preparazioni. Noi, ad esempio, non facciamo più preparazioni galeniche per mancanza di spazio, ma io mi sono specializzato in ship chandlers, le forniture navali di medicinali”.
A lavorare oggi ci sono il titolare Roberto, la dottoressa Sara, il contabile Marco e il figlio Andrea, che si divide tra Genova e Camogli. La figlia, laureata in biologia e con un master in nutrizionismo agonistico, ha lo studio due palazzi più in là: “Insomma, tutta la nostra famiglia ruota tutta intorno alla farmacia” afferma Torelli ridendo.
Accanto all’attività professionale, anche una passione collezionistica che racconta la storia della farmacia. “Quassù ho una collezione di nebulizzatori in rame, nichel e acciaio. Ne compro ancora alle fiere. Poi ho mortai, ebulliometri, apparecchi per misurare il punto di fusione delle sostanze, strumenti da laboratorio del passato”. Un piccolo museo privato, testimonianza dell’evoluzione del mestiere. Non mancano, poi, le vecchie scatole di medicinali, alcune piccolissime, altre che contenevano sostanze che, oggi, non sono più considerate legali.

E poi ci sono le tradizioni di famiglia: “L’anello di famiglia passava di mano in mano, da una generazione all’altra, affidato alla moglie che metteva al mondo due figli maschi. Io ho ripreso questa tradizione, ho fatto rifare l’anello, i gemelli, con il simbolo dei due tori, il nostro stemma. Siamo originari di Montechiarugolo, vicino Parma, dove c’è ancora il castello della famiglia Torelli. Ho voluto riannodare quei fili, dare continuità, per questo sulla maniglia della porta ci sono due tori”.
Il futuro dell’attività resta un’incognita, ma la volontà di resistere non manca. “Io tengo duro finché ci sono. Mio figlio non ha intenzione di vendere, siamo troppo radicati. È la sede numero uno, tutto parte da qui. E anche se le altre farmacie lavorano di più, questa è il nostro cuore”. Guardando alle istituzioni, però, resta un po’ di amarezza: “Quando vogliono, le cose si possono fare. L’esperienza delle Colombiadi lo dimostra. Ma manca la volontà, o forse semplicemente l’interesse”. Intanto, tra scaffali pieni, oggetti d’epoca e clienti che entrano a chiedere un consiglio o un sorriso, l’Antica Farmacia della Maddalena continua a fare ciò che ha sempre fatto: curare, accogliere, esserci.




















