C’è un modo per parlare di cose serie senza perdere il sorriso, e La verità ti fa male, lo so ha tutte le carte in regola per esserne la prova.
Venerdì 18 luglio, al Teatro del Chiostro di Sant’Andrea, nell’ambito del Lilith Festival, Lisa Galantini e Giua portano in scena uno spettacolo che attraversa il femminile con leggerezza e profondità. Non per semplificare, ma per togliere peso inutile. Per far ridere, ma senza cedere mai all’ovvietà.
Nato come reading per il Teatro Nazionale di Genova da un’idea di Giorgio Gallione, oggi lo spettacolo torna con una nuova veste con testi aggiornati, canzoni originali, uno sguardo che si è fatto più consapevole, ma altrettanto divertito.
A proposito, è la stessa Galantini, attrice e regista, a raccontare la storia di questo spettacolo: “Abbiamo ripreso in mano il lavoro di qualche anno fa. Era piaciuto molto, e ci divertivamo anche noi. Così, quando è arrivata la proposta dal Lilith Festival, ho pensato subito a questo. Insieme a Giua abbiamo deciso di rimetterci le mani, aggiornarlo e arricchirlo”.
Un lavoro sui testi diventato necessario: “Con Giua ci siamo rimesse a lavorare sul materiale, chiedendo alle autrici – Enrica Tesio e Carla Signoris – qualcosa di più affilato, contemporaneo, che avesse ancora voglia di dire”.
Il risultato è un flusso di monologhi e musica che non consola, ma coinvolge. Che non giudica, ma mette in discussione. Galantini recita, dirige, gioca; Giua canta, accompagna, riscrive in note le parole. E in mezzo ci sono ironia, stonature volute, battute secche, complicità vera.
Ciò che caratterizza ancora di più questo lavoro non è la forma dello spettacolo in sé, che di fatto si riassume in un reading performativo musicale, ma la relazione tra le due artiste.
“A me piace che si veda che non so cantare e che lo faccio lo stesso - racconta ancora Galantini -. Perché lo faccio accanto a qualcuno che mi sostiene, come una sorella. E Giua fa lo stesso con me. C’è un appoggio, uno scambio sincero”.
Non è un duetto, non è un’alternanza di numeri. È un equilibrio che nasce da un desiderio condiviso, quello di restituire l’idea di femminilità libera da modelli, anche da quelli “corretti”. “Ci sono pezzi nuovi, più contemporanei, perché alcune dinamiche – come la moglie che cucina e il marito che critica – non ci rappresentano più. Il femminismo è diventato qualcosa di cui non abbiamo più paura di parlare apertamente”.
E se su alcuni passaggi la promessa è quella di ‘ridere forte’ su altri non mancherà certamente la sorpresa. A unire il tutto poi sarà la musica: canzoni che appartengono alla cultura pop italiana che, con una giravolta ben riuscita, diventeranno altro.
Tra queste, incursioni nel repertorio di Raffaella Carrà o Lucia Bosè, accanto a brani originali scritti da Giua su testi della Tesio. Piccole perle pop che affondano nel contemporaneo con uno sguardo limpido e non convenzionale.
“Giua ha un grande talento - ribadisce la regista e attrice - le chiedi di fare un pezzo, lei lo fa, lo reinterpreta ed è più bello di quanto si potesse pensare”.
Nessun ‘artifizio’ sul palco. Solo due donne che fanno una cosa per volta, ma la fanno bene.
“Non siamo multitasking. Quella è una fregatura che ci ha incastrate per anni. Noi facciamo una cosa alla volta. Però insieme ne facciamo due” continua Galantini.
Il canovaccio è aperto, gli spazi per l’improvvisazione sono numerosi. La struttura resta fluida, dinamica, capace di rispondere al momento e al luogo. Il Chiostro di Sant’Andrea, con la sua architettura e la grande suggestione storica, diventa la cornice ideale.
Un modello che si traduce in valorizzazione del territorio, contrasto al degrado ma, soprattutto, un canale per portare l’arte e la cultura sempre più nel territorio: “Credo in una cultura capillare, che incontri le persone mentre camminano. Ma deve essere di altissima qualità. È un errore pensare che basti ‘fare qualcosa’ per far cultura: se è raffazzonata, se è fatta da non professionisti, non edifica. Abbassa lo sguardo del pubblico, il suo senso critico”.
Un pensiero chiaro, quello di Galantini, che conosce bene il valore della formazione grazie anche al suo ruolo di direzione all’interno della scuola CFA fondata da Luca Bizzarri. Un pensiero che si traduce anche nella cura di uno spettacolo come questo.
GLI SPETTACOLI AL CHIOSTRO
Giovedì 17 luglio i Femina Ridens presenterà in anteprima live il suo nuovo album, "Etna Calling", prodotto da Cesare Basile per Radici Music Records. L'appuntamento, intitolato “Etna Calling: la simenza e lu cantu”, promette un'immersione in canti antichi e nella memoria ancestrale della Sicilia.
Il progetto Femina Ridens, nato nel 2013 dalla voce e chitarra di Francesca Messina e dagli strumenti tradizionali ed elettronica di Massimiliano Lo Sardo, è noto per la sua capacità di trasfigurare l'eredità sonora più antica del Mediterraneo, rileggendola in chiave contemporanea. Il duo crea paesaggi sonori crudi e incantati, in cui la forma canzone si disarticola per riconsegnare il canto al suo gesto primordiale, tra rovine sacre e nuovi orizzonti da immaginare.
Il concerto avrà inizio alle ore 20,30.
Dalle 19.00, sarà aperto il Chiosco del Chiostro con possibilità di apericena.
Per maggiori informazioni e il programma completo, è possibile consultare i siti www.lilithfestival.it e www.teatrodelchiostro.it.






