Attualità - 18 luglio 2025, 11:00

A Molassana rinasce il Civ dopo due anni di stallo: Morena Morini verso la presidenza del nuovo coordinamento

Il quartiere della Media Val Bisagno si prepara a voltare pagina con la ricostituzione del Centro Integrato di Via. Tra viabilità, rete tra commercianti e nuova identità visiva, la manager trentaseienne punta a un rilancio partecipato: “Serve ascolto, concretezza e una visione condivisa per restituire centralità a un territorio nevralgico"

Foto Facebook

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Dopo un lungo periodo di inattività, il Civ di Molassana, che sulla carta esisteva ancora, ma di fatto era fermo da almeno due anni, si prepara a rinascere. Il Centro Integrato di Via della Media Val Bisagno si sta riorganizzando, e il nome che potrebbe guidare questa nuova fase è quello di Morena Morini, trentasei anni, manager del settore automotive e da vent’anni attiva professionalmente proprio in Val Bisagno.

La nomina ufficiale, come conferma lei stessa, dovrebbe arrivare dopo agosto, ma già ora i contorni del nuovo progetto sono chiari: “Tutto è ancora in divenire, ma stiamo partendo da basi solide – spiega Morini –. Si sta chiudendo la parte contabile del precedente Civ e l’obiettivo è dare finalmente una struttura operativa a una realtà che era rimasta solo sulla carta”.

Il Civ vuole essere un motore di rilancio per la zona, in un momento delicato per la Val Bisagno, tra problemi di viabilità, desertificazione commerciale e una diffusa sensazione di abbandono: “Io lavoro in Val Bisagno da vent’anni, conosco bene ritmi, difficoltà e potenzialità non sfruttate. Parlando con altri commercianti, è emersa la volontà comune di rimettere in piedi un Civ diverso dal precedente. Mi è stato chiesto se fossi disposta a guidarlo e ho dato la mia disponibilità, con spirito di servizio”.

Morini punta su un approccio inclusivo e collaborativo: “Non bastano un presidente e qualche componente. Serve fare rete tra tutti i commercianti, ascoltare e lavorare insieme. Da soli si può fare qualcosa, ma insieme si può fare molto di più, meglio e più velocemente”.

Tra gli obiettivi primari c’è la valorizzazione del tessuto commerciale locale, ancora poco conosciuto: “Anch’io ho scoperto molti negozi nel tempo, quasi per caso. È un segnale importante: se i commercianti non sono visibili, il territorio perde un’occasione - racconta -. In più, c’è un problema di percezione: questa parte di Genova è spesso vista come periferica, ma in realtà è un nodo centrale, un collegamento tra i monti e il centro città. Tutto passa di qua. Serve cambiare mentalità”.

Non solo eventi, dunque, ma progetti concreti: “Il primo passo sarà ascoltare, capire i problemi e affrontarli. Non si può costruire su fondamenta fragili. Mi auguro che i commercianti siano disponibili a fare squadra, e che si possa creare qualcosa di molto diverso da quanto visto finora in valle”.

Tra le questioni più urgenti c’è quella della viabilità:Parcheggiare è complicato, spesso si finisce sui marciapiedi o si gira a vuoto per ore. Questo scoraggia clienti, residenti e aziende. Il tema degli spazi e della mobilità va affrontato con grande attenzione, ascoltando le esigenze reali e non calando dall’alto soluzioni solo teoriche - dichiara Morini -. La mobilità tocca tutti e richiede senso pratico”.

Anche l’estetica ha la sua importanza: “Nonostante il verde, spesso la Val Bisagno è dominata dal grigio. Genova dovrebbe essere una città a colori, e un impatto visivo diverso può cambiare anche il modo in cui si percepisce un luogo. Serve più colore", sottolinea. 

Morena Morini non è nuova all’impegno sul territorio. Manager nel Gruppo GE, è stata promotrice di diverse iniziative tra cui eventi plastic free, piantumazione di alberi in Val Bisagno, e format culturali come art battle per artisti emergenti. Con Citroën ha portato a Genova il progetto “Bully Stop” sul tema del bullismo, coinvolgendo scuole e studenti attraverso simboli concreti come la macchinina “bullizzata” AMI.

Ora, con il rilancio del Civ, punta a mettere tutta questa esperienza al servizio del quartiere:Io ho sempre dovuto fare, ne ho sempre sentito il bisogno - conclude -. Oggi sento di poter dare qualcosa indietro, per una Val Bisagno finalmente valorizzata”.

Federico Antonopulo

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