La mobilità della Valbisagno e il suo futuro restano un tema di dibattito in ogni ambito.
Ad accendere una nuova luce sulla questione sono Mobilita Genova, Famiglie senz’auto, Parents For Future, Comitato SìTram e WWF Genova, cinque associazioni cittadine che hanno lanciato l’allarme sul rischio di perdita dei fondi statali puntando il dito contro le decisioni del Governo.
Se il decreto legge del 30 giugno non verrà modificato, infatti, Genova rischia di perdere i fondi statali destinati alla mobilità sostenibile.
Questo porta nuovamente a parlare di Skymetro, opera destinata alla mobilità della media e bassa Valbisagno che ha scatenato oppositori e sostenitori.
“Il progetto – spiegano le associazioni – è ormai di fatto irrealizzabile: sette versioni in dieci anni, prescrizioni su prescrizioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e di altri enti, costi raddoppiati. Oggi si potrebbe costruire solo metà del tracciato, senza risorse per le opere accessorie come la nuova scuola da abbattere davanti allo stadio”.
Per i comitati, la soluzione non è salvare a tutti i costi lo Skymetro, ma riutilizzare i finanziamenti per una tranvia, sfruttando progetti già pronti come quelli degli “assi di forza”. “Così – sostengono – si arriverebbe a Prato in quattro o cinque anni, senza ripartire da zero e rispettando il voto dei cittadini che si sono già espressi contro lo Skymetro”.
La vera urgenza, però, è politica. “I fondi erano stati stanziati dal Parlamento per la mobilità urbana, non per questa specifica opera. È stato il Ministero, successivamente, a vincolarli allo Skymetro. Ora il decreto del 30 giugno, se convertito senza modifiche, rischia di bloccare tutto e far perdere a Genova centinaia di milioni. Serve un intervento immediato dei parlamentari liguri”.
Un appello arriva anche a Confindustria Genova, che ha chiesto di “andare avanti a ogni costo” con il progetto: “Piuttosto che difendere un’opera insostenibile – scrivono le associazioni – si unisca a noi per salvare i fondi e destinarli a interventi davvero utili per la città”.






