Inflazione, materie prime, energia.
L’impennata del costo della vita non risparmia nemmeno i must dell’estate: anche il gelato deve fare i conti con il segno più.
Che cono, coppetta e vaschetta costino di più rispetto all’estate scorsa è ormai acclarato, e trova conferma anche nelle parole di Massimiliano Spigno, presidente cittadino di Confesercenti.
Il reale aumento dei prezzi si è registrato a inizio anno, quando il gelato è passato da 24 a 25 euro al chilo, complice l’impennata dei costi di alcune materie prime, su tutte il cioccolato e il cacao. Mentre, almeno per ora, latte e panna non sono stati toccati.
È aumentato anche il prezzo del caffè: da inizio 2025 costa circa due euro in più al chilo. L’incremento più recente, invece, è arrivato una quindicina di giorni fa alla voce pistacchi: circa un euro e mezzo in più al chilo.

“Se si lavora in una certa maniera, con prodotti di qualità, un po’ di rincaro c’è sempre - spiega ai nostri microfoni Massimiliano Spigno - cerchiamo di rimanere equilibrati e non esagerare, ma inevitabilmente qualcosa si deve riversare sul cliente”.
Molti non ci pensano, ma anche il packaging (specie quello compostabile e ‘green’) incide sui costi, portando via qualche centesimo a chi vende. Tutto un ‘contorno’ che va a pesare sul margine finale.
E poi c’è l’energia. Quelle bolle che già incidono in modo determinante sulle famiglie, vanno a picconare il bilancio di attività che vedono un consumo notevole dalla produzione alla conservazione, fino al momento in cui il cliente viene servito. “Va conservato sotto zero, il tema dei consumi è fondamentale - spiega Spigno - la produzione porta via energia e acqua, mentre la conservazione e la vendita avvengono in strutture refrigerate”.






