Nel territorio del Comune di Genova risultano mappate 78.395 caditoie: tra queste, 70.465 risultano attualmente operative, mentre 4.151 presentano difetti strutturali già individuati e 3.779 non risultano adeguatamente pulite. Questi dati emergono dal rapporto dedicato al “Sistema di drenaggio delle acque meteoriche nel Comune di Genova”, che sarà illustrato oggi in Commissione Comunale a Palazzo Tursi. La stesura del documento è stata voluta dall’assessore ai Lavori pubblici, Massimo Ferrante, che ne aveva anticipato i contenuti nelle scorse settimane.
Come già avviene per il monitoraggio delle alberature cittadine, anche ogni tombino è inserito in un sistema georeferenziato che ne registra posizione e condizioni, attraverso una codifica a colori (verde, giallo e rosso). Fino al giugno 2023, la pulizia era affidata ad Amiu; successivamente, il servizio è stato internalizzato dal Comune. In passato venivano trattate circa 24mila caditoie all’anno, mentre oggi si è saliti a quota 45mila, con interventi più approfonditi grazie alla cosiddetta “scovolatura”, un lavaggio ad alta pressione all’interno delle condotte.
Grazie a questa metodologia, al 30 giugno 2025 sono stati portati a termine 85mila interventi di pulizia, con la rimozione di 1.500 tonnellate di detriti, pari a circa 800 metri cubi di materiale. In vista del nuovo accordo quadro 2027, è stata avanzata la richiesta di un aumento dei fondi destinati alla manutenzione, per tenere conto dell’adeguamento dei costi, della varietà degli interventi richiesti e delle necessità di manutenzione straordinaria. Si propone inoltre di rafforzare le squadre operative attive nei singoli Municipi.
“L’obiettivo è una maggiore attenzione alla cura della città, a partire dagli aspetti più semplici”, sottolinea l’assessore Ferrante. “Lo affermo con chiarezza, come già fatto dalla sindaca: il nostro orientamento è dare priorità alla manutenzione ordinaria, e le caditoie ne sono una parte fondamentale. Negli ultimi anni ci si è concentrati su grandi progetti, ma io voglio occuparmi anche dei dettagli quotidiani. È da lì che passa la qualità della vita”.
Il portale digitale che mappa i tombini è aggiornato costantemente e permette di verificare in tempo reale le condizioni di ogni elemento, con l’aggiunta di immagini e schede tecniche. Gli interventi vengono calendarizzati mensilmente e pubblicati sul sito ufficiale del Comune.
Il piano operativo prevede tre aree di intervento: la prima include i Municipi Centro Ovest, Valpolcevera, Medio Ponente e Ponente; la seconda comprende Centro Est, Bassa e Media Valbisagno, Medio Levante e Levante; la terza è dedicata alle attività straordinarie su tutto il territorio comunale.
"Ogni tombino viene pulito almeno una volta l’anno”, spiega ancora Ferrante. “L’azienda incaricata deve eseguire l’intervento, documentarlo con una foto e segnalare eventuali blocchi. Se si riscontrano problemi, parte subito la richiesta di un secondo passaggio”.
Il vero problema, però, resta la scarsa educazione civica. Lo dimostrano i rifiuti che vengono recuperati durante le operazioni: “La gente getta nei tombini mozziconi, cartacce, qualunque cosa. E poi si lamenta degli allagamenti. I tombini non sono cestini. Serve più responsabilità. I rifiuti a terra o nelle caditoie non vanno mai buttati”.






