Genova - 07 agosto 2025, 14:54

Brin‑Canepari fermo a metà dei lavori, Brignole‑Martinez al dieci per centro: i ‘cantieri lumaca’ della metro di Genova vivono in un tempo sospeso

L’amministrazione Salis ha fatto saltare il tavolo rescindendo il contratto con la ditta ‘Manelli’, ma ora serve un’accelerazione per rimediare al troppo tempo perso. Tutti i numeri del prolungamento

Brin‑Canepari fermo a metà dei lavori, Brignole‑Martinez al dieci per centro: i ‘cantieri lumaca’ della metro di Genova vivono in un tempo sospeso

A Genova, i lavori di prolungamento della linea unica della metropolitana, da Brin a Canepari e da Brignole a piazza Martinez, sembrano scanditi da un tempo diverso, sospeso, che si incaglia tra promesse, varianti e, ora, anche contratti che saltano. Due cantieri su cui si erano riposte grandi aspettative procedono con lentezza tale da essere ormai definiti, senza esitazione, ‘cantieri lumaca’.

I numeri non lasciano spazio a interpretazioni. I lavori per la tratta Brin–Canepari, assegnati nel 2021 con un cronoprogramma rivisto da 26 a 34 mesi, dovevano concludersi entro marzo 2025. Ma a quella data era stato realizzato solo il 50% delle opere previste, con una media di meno di 25 operai in cantiere, contro i 50 previsti dall’offerta di gara. Ritardi gravi, diventati strutturali, a causa di imprevisti tecnici (tra cui i ritrovamenti archeologici e bonifiche ambientali in piazzale Palli), ma anche di carenze operative da parte dell’impresa affidataria.

Anche il cantiere della tratta Brignole–Martinez si muove con estrema lentezza: 10% di avanzamento effettivo nonostante il contratto sia stato stipulato nel 2021 e le aree consegnate a partire da gennaio 2024. L’impresa incaricata (Metrogenova, subentrata al raggruppamento Conpat–Research) non ha completato nemmeno le opere preliminari, incluse le demolizioni e la realizzazione del nuovo sovrappasso in via Archimede, indispensabile per accedere alle aree di cantiere. In queste condizioni, il termine ufficiale di fine lavori (giugno 2027) è considerato ormai non più raggiungibile.

Il Comune di Genova ha deciso di intervenire. Di fronte a gravi inadempienze contrattuali, a cantieri “sostanzialmente inattivi” e a numerose diffide già inviate all’appaltatore, l’amministrazione ha avviato formalmente il procedimento di risoluzione del contratto. L’obiettivo dichiarato è chiaro: individuare una nuova impresa, “più affidabile e performante”, per riprendere i lavori con tempi certi.
È la mossa più drastica e concreta degli ultimi anni. A pochi mesi dall’insediamento della nuova giunta guidata dalla sindaca Silvia Salis, il segnale è quello di una discontinuità netta, dopo anni di ritardi accumulati. Lo ha confermato anche l’assessore ai Lavori pubblici, Massimo Ferrante, che ha illustrato i dati ufficiali in conferenza stampa a Palazzo Tursi.
In uno scenario complesso, l’unico cantiere che mantiene un ritmo compatibile con gli obiettivi è quello della stazione Corvetto, in costruzione dal 2023 tra De Ferrari e Brignole. Finanziata con fondi PNRR (58 milioni di euro), rappresenta una delle poche speranze per arrivare almeno a un’inaugurazione entro il 2026.

Il documento del Comune fa anche il punto sugli sviluppi futuri: proseguono le progettazioni per il prolungamento Canepari–Rivarolo, l’aggiornamento del lotto 2 della stazione Martinez, e le richieste di finanziamento per la futura tratta Martinez–San Martino (493 milioni già ipotizzati), oltre al nuovo deposito di piazza Giusti e una possibile linea Dinegro–Fiumara.
Il quadro economico complessivo dei due prolungamenti attualmente in crisi supera i 99 milioni di euro, con 68,9 milioni di lavori affidati, di cui 51,58 milioni solo per le opere civili. Una cifra importante, che non ha portato finora ai risultati attesi.
Nel frattempo, i quartieri interessati, da Certosa a San Fruttuoso,  continuano a convivere con barriere, rumori, deviazioni e lavori mai completati. La metropolitana che avrebbe dovuto rappresentare un simbolo di modernizzazione urbana rischia di diventare, per i genovesi, solo l’ennesima promessa disattesa. Ora resta da capire se il cambio di passo dettato dall’amministrazione Salis consentirà di recuperare, almeno in parte, il tempo perso.

Pietro Zampedroni

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