Attualità - 14 agosto 2025, 08:00

"Vent'anni di immobilismo sui temi rifiuti e acciaio: politiche miopi e dannose per i cittadini", scatta l'accusa dell'Associazione Amici del Chiaravagna

“Inutile raccontare che l’inceneritore produce energia: tutte frottole”, afferma il presidente Matteo Cresti, denunciando "lo stallo e le scelte sbagliate di Regione, Comune e sindacati": “Voi come volete essere ricordati? Come chi ha affossato le speranze, o come chi ha dato concretezza all’economia circolare?”

"Vent'anni di immobilismo sui temi rifiuti e acciaio: politiche miopi e dannose per i cittadini", scatta l'accusa dell'Associazione Amici del Chiaravagna

L'associazione Amici del Chiaravagna OdV ha lanciato un'accusa severa contro le amministrazioni di Genova e della Regione Liguria, lamentando un ventennio di stallo e decisioni inefficaci sui temi dei rifiuti e dell'acciaio. In una "Lettera aperta alla Regione Liguria ed al Comune di Genova" datata agosto 2025 , l'associazione sostiene che la politica locale sia rimasta ferma sugli stessi argomenti, nonostante i progressi tecnologici, economici e normativi degli ultimi due decenni.

Il presidente dell'associazione, Matteo Cresti, ha sottolineato come la politica genovese e ligure stia ancora dibattendo di inceneritori e forni elettrici. Secondo Cresti, l'unica cosa che non è cambiata in vent'anni è "l'infinita crisi del carrozzone di AMIU, la sua incapacità di rispettare l'esile contratto di servizio, di applicare soluzioni efficaci, di imparare dai propri errori". L'associazione sostiene di aver già avvertito le amministrazioni in passato, dimostrando che "alte percentuali di raccolta differenziata di qualità sono raggiungibili facilmente" e martellando affinché l'area di Scarpino venisse messa in sicurezza per tempo, cosa che "non è stato fatto, e questo ha prodotto i disastri ambientali, e quindi economici, che ben conosciamo". "Vi abbiamo implorato di rendere AMIU un'azienda moderna, e non l'avete fatto".

Così l'associazione critica duramente l'attuale Amministrazione Regionale, definita "di fatto è la stessa da molti anni ormai". Inoltre, il presidente ritiene che tale amministrazione abbia "enormi responsabilità di fronte a questo sfacelo". In particolare, sono stati giudicati "deplorabili" "sia il merito che il metodo adottati dal Presidente Bucci, che anche di questa vicenda ha fatto una questione personale". Viene contestata la creazione di "un'agenzia creata ad hoc" e l'affidamento di "uno studio esterno" al RINA sulle possibili localizzazioni. L'idea di lanciare bandi "lasceremo che siano le aziende a proporci dove e con che tecnologia" viene definita un "atteggiamento totalmente irricevibile in un sistema democratico ed organizzato". L'associazione lamenta anche il ritardo nella costruzione di un impianto di trattamento meccanico biologico, un'infrastruttura considerata "semplice ma fondamentale per una gestione moderna del ciclo dei rifiuti", la cui realizzazione è stata bloccata da "un caleidoscopio di incompetenze".

E ancora, si critica l'inerzia di AMIU, che in vent'anni "non ha nemmeno portato a casa un'isola ecologica a Municipio". L'enorme ritardo nella realizzazione dell'impianto di trattamento meccanico biologico è considerato "il dramma vero". Secondo l'associazione, questo ritardo ha causato un "gravissimo danno" e "sarebbe ora che il Responsabile si dimettesse e non avesse mai più a che fare con AMIU". Anche i sindacati vengono criticati per essersi limitati a "difendere il lavoro" senza "elevare le competenze dei lavoratori verso sfide più ambizione". Il sindacato viene accusato di fomentare "ancora quella contrapposizione tra lavoro e ambiente che in questo Paese ha prodotto danni enormi e involuzione".

Amici del Chiaravagna respinge l'idea dell'inceneritore, che viene visto come una "macchina magica" o un "fuoco purificatore". L'associazione ritiene "inutile" raccontare che l'inceneritore "produce energia, che è economicamente sostenibile, che produce lavoro", definendo tali affermazioni "tutte frottole". L'incenerimento o la gassificazione dei rifiuti è vista come "la morte di quell'economia circolare di cui vi riempite la bocca nei convegni". L'associazione propone invece "un rinnovato piano industriale capace di trasformare irreversibilmente AMIU in una azienda capace di creare valore e lavoro vero grazie a filiere industriali di recupero di materiali dai rifiuti". Questo piano dovrebbe prevedere "una formazione integrale che arricchisca di competenze i lavoratori", e in questo il sindacato "è chiamato a fare la propria parte".

"Noi siamo ancora qui: c'eravamo e ci saremo, a marcare il passo": così l'associazione conclude, rivolgendo un appello diretto agli amministratori: "avete la possibilità di scegliere come vorrete essere ricordati: se come quelli che hanno affossato le speranze di una città ed una regione di dare concretezza all'economia circolare o come quelli che hanno legato mani e piedi il futuro economico, ambientale e sociale ad un forno che brucia spazzatura. Vedete voi da che parte stare, ma il momento di dirlo è ora, non dopo". 

Federico Antonopulo

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