Continua con questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato alle Botteghe Storiche e ai Locali di Tradizione della nostra città. Vogliamo raccontare, di volta in volta, quelle che sono le perle del nostro tessuto commerciale, e che ci fanno davvero sentire orgogliosi di appartenere a questa città. Buon viaggio insieme a noi!
Già dall’insegna, dalla luce che si propaga dalle vetrine, si ha la sensazione di trovarsi in un luogo in cui passato e presente si incontrano.
Entrando all’interno dell’Antica Drogheria di Canneto questa sensazione si tramuta in certezza: sugli scaffali storici dell’attività si trovano merci di ogni tipo, prodotti sfusi che variano dalle più classiche caramelle, ai legumi che tanto fanno venir voglia di tuffare una mano nei grandi sacchi.
Poi ancora utensili, saponi e tutto ciò che può venir in mente.
Aperta nel 1899, l’Antica Drogheria di Canneto oggi è custodita da Nicola Figurati che da diciotto anni ne è il titolare.
La parola stessa, “drogheria”, evoca un mondo che altrove è quasi scomparso. In passato erano luoghi centrali della vita di quartiere, dove si comprava di tutto, dal detersivo alla pasta sfusa, dal riso al caffè. “Addirittura qui si vendeva benzina per le automobili - racconta Figurati -. Ho trovato una vecchia guida di Genova che lo conferma: all’epoca la benzina si comprava anche in drogheria”.

Un tempo che appare ancor più lontano di quanto non lo sia e che rendeva queste e tante altre attività nodi di una rete di scambi quotidiani. Negli anni ’70 e ’80 la drogheria divenne persino dei primi supermercati di quartiere, poi tornò alla formula originaria, quella che oggi la rende un tesoro del panorama commerciale del centro storico.
L’offerta è sorprendente e lo stesso Figurati la descrive con poche parole: “Qui si trova di tutto, dallo scopino per il bagno al caviale”, dice sorridendo.
Una definizione che racchiude, per estremi, proprio la vocazione di queste botteghe capaci di rispondere in maniera puntuale a ogni necessità.
Nel corso degli anni non sono certo mancati momenti particolari e gli aneddoti di Figurati sono diversi, ma ce n’è uno che ricorda con particolare affetto e vede protagonista una signora tedesca, sposata con un genovese entrata a chiedere una bottiglia di ‘olio di gomito’, convinta che il suggerimento del marito si riferisse a un prodotto reale e non a un modo di dire: “Da allora ogni tanto ci scherziamo ancora: le dico che purtroppo è finito, e ridiamo insieme”.
Assieme ai racconti, sono gli oggetti a raccontare oltre un secolo di attività, come le due navi in vetro, grandi contenitori degli anni Cinquanta in cui venivano esposti i biscotti sfusi della Preti. Un tempo tre, oggi sono solo due quelle sopravvissute ma bastano a evocare un periodo storico in cui il cibo si vendeva senza packaging di chissà quale innovazione ingegneristica.
“Ho recuperato anche parte dell’arredamento originale - spiega Figurati -. Molto del retro l’ho sistemato personalmente. Sono dettagli che aiutano a conservare l’anima del locale”.
La clientela, però, è cambiata e il quadro che traccia il titolare ha i contorni molto chiari: “Il quartiere si è svuotato. Molti residenti storici sono andati via, le loro case sono state occupate da red & breakfast. E il turismo non è sempre utile per il mio genere di merci".

Eppure, c’è un segnale interessante: molti giovani scelgono la drogheria proprio per acquistare a peso, portando barattoli e sacchetti riutilizzati. “È una sensibilità nuova, che guarda all’ambiente, al riuso, al non inquinare. A volte arrivano con contenitori recuperati da chissà dove. Sono barattoli di ogni tipo”.
Un contrasto che racconta bene l’epoca: da un lato il turista mordi-e-fuggi, dall’altro una generazione che cerca esperienze autentiche e, soprattutto, sostenibili.
Se c’è una cosa che Figurati chiede al futuro non è il successo o la ricchezza, ma la tranquillità: “Il lavoro non mi spaventa, anche diciotto ore al giorno. È tutto quello che c’è attorno a pesare: la burocrazia, le scadenze, la complessità di un sistema che rende faticoso anche solo andare avanti”.
Le sue parole si aggiungono alle molte dette da altri artigiani e commercianti che scelgono, non senza sforzo, di portare avanti attività necessarie per la vita di un quartiere.
Dietro il bancone della drogheria di Canneto, tra scaffali carichi di merci, le due navi di vetro che resistono al tempo e i grandi sacchi di farine, mentre un ‘mandillo’ con su stampata la ricetta del pesto invita a entrare, Genova ritrova un pezzetto della sua storia grazie alla volontà e all’impegno di Figurati e di tanti come lui.










