Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!
In piazza San Bernardo, cuore della movida genovese, si trova un palazzo capace di catalizzare immediatamente lo sguardo grazie alla sua facciata bicroma e a un portale di straordinaria fattura.
Si tratta di Palazzo Salvago, un edificio fatto costruire nel 1532 per volontà di Agostino e Giacomo Salvago, esponenti di una delle famiglie più potenti della Genova dell’epoca.
La scelta di quell’area non fu casuale: al posto del palazzo sorgeva la curia medievale della famiglia Stregiaporco. Con l’arrivo dei Salvago, il nuovo edificio diventò un simbolo della trasformazione urbanistica e culturale di una città che in quegli anni si affacciava sul panorama europeo come potenza mercantile e finanziaria.
La facciata originaria, caratterizzata dalle tipiche fasce bicrome bianche e nere e dagli archetti trilobati, manteneva ancora un gusto medievale, mentre nel 1550 l’artista Ottavio Semino la arricchì con affreschi oggi perduti, probabilmente scene mitologiche e allegoriche destinate a sottolineare il prestigio della casata.
Ma l’elemento che ancora oggi cattura l’attenzione è il portale marmoreo cinquecentesco, realizzato da Giacomo Della Porta e Nicolò da Corte. Due figure di “uomini selvaggi” lo sorreggono con forza primitiva: un richiamo diretto al nome Salvago e alla simbologia di potenza e indipendenza che la famiglia volle legare al proprio stemma.
Per oltre un secolo, fino al 1637, Palazzo Salvago fu la residenza ufficiale della famiglia, teatro di eventi mondani e incontri politici. Successivamente passò ad altre nobili famiglie genovesi, come i Cicala e gli Olcese, che lo modificarono e ne arricchirono gli interni.
La Seconda Guerra Mondiale non risparmiò la struttura: i bombardamenti danneggiarono affreschi e decorazioni, ma restauri attenti hanno restituito al palazzo il suo fascino.











