Centodieci anni fa, il 23 agosto 1915, la vita di Luigi Ferraris venne spezzata dalla Prima Guerra Mondiale a soli ventisette anni. Tenente e calciatore, l’uomo a cui è stato dedicato lo stadio di Genova non era ligure, ma il suo destino è legato in maniera indissolubile alla nostra città, che lo ha adottato e reso protagonista della sua storia sportiva e civile.
Ferraris nacque a Firenze il 18 novembre 1887, in una famiglia di origine piemontese. Arrivò a Genova da ragazzo, dopo aver vissuto a Torino, e qui frequentò il Liceo ginnasio Andrea D’Oria. Proseguì poi gli studi a Milano, dove conseguì la laurea al Politecnico, prima di tornare nel capoluogo ligure per lavorare come ingegnere alle Officine Elettriche Genovesi. E per giocare a calcio.
Ferraris fu infatti uno dei primi grandi calciatori italiani, indossando la maglia del Genoa con il ruolo di centromediano: partì dalle giovanili, passò alla seconda squadra e infine approdò alla prima formazione rossoblù, con la quale tra il 1907 e il 1911 giocò da centrocampista negli anni pionieristici di questo sport in Italia. Già nel 1904 era stato protagonista della vittoria della “Seconda Categoria” con la squadra riserve, segno che la sua presenza in campo lasciava il segno fin dall’inizio.
Grande talento, determinazione e spirito combattivo: questi gli ingredienti del suo successo. Con la maglia del Genoa disputò 35 partite ufficiali, e forse molte altre avrebbe potuto giocare se la guerra non avesse cambiato il corso degli eventi. Ferraris si arruolò volontario nell’Esercito come tenente e trovò la morte alla fine di agosto, sul Monte Maggio nell’Altopiano di Asiago. Morì sul colpo, trafitto da una scheggia d’artiglieria mentre era impegnato in missione.
La sua scomparsa rappresentò una perdita enorme per la città, tanto che nel 1933 l’amministrazione comunale decise di intitolargli lo stadio cittadino, il più antico d’Italia tra quelli ancora in funzione. Durante la cerimonia di intitolazione, la medaglia d’argento al valor militare concessa a Ferraris venne simbolicamente sepolta sotto la Gradinata Nord, accanto a una porta, come testimonianza indelebile del legame tra il calciatore, l’eroe e Genova.
La sua è la storia di un uomo che seppe unire passione sportiva, ingegno e sacrificio, fino a diventare simbolo di un’intera epoca. Proprio quest’anno, a oltre un secolo dalla sua morte, il Comune di Laghi, il Comune di Folgaria e il Gruppo Alpini Laghi, in collaborazione con la Fondazione Genoa 1893 ETS e con il Gruppo Storico Scientifico dell’Associazione Club Genoani, hanno organizzato una cerimonia per onorarne la memoria: nel luogo della sua prima sepoltura è stata inaugurata una targa commemorativa e una bacheca informativa, alla presenza delle istituzioni, del mondo sportivo e della cittadinanza.










