A volte capita che al posto di una storica attività commerciale non arrivi la grande distribuzione, né arrivi una catena o un franchising. A volte capita, ed è molto bello anche per la storia che c’è dietro, che a rialzare una saracinesca chiusa da tempo sia un artigiano, un uomo che lavora con le mani, con materiali naturali, nel vero senso della parola. Un artigiano ma anche un artista a 360 gradi: ecco chi è Pino Lebano, interprete della grande tradizione del presepe napoletano trapiantato da tempo in Liguria e, da poche settimane, attivo in via Vallechiara, nel quartiere del Carmine, in quegli spazi un tempo occupati da una birreria. Doctor Wood è il nome che Lebano (senza l’apostrofo, ma nel suo cognome, in fondo, c’era evidentemente già un po’ del suo destino…) ha dato alla sua attività: "Dottore del legno, nel senso che me ne prendo cura sotto tutti i profili. Dal restauro al riparo, dal ripristino alla creazione di nuovi pezzi, sempre con lavori artigianali. Possono essere interventi su mobili, portoni, finestre e persiane in legno, ma anche complementi di arredo, lampade, vetrinette e cornici".
E poi, c’è quello che rende la bottega più interessante e attrattiva: la tradizione del presepe partenopeo portata sotto la Lanterna. Lebano lavora il sughero, insieme al muschio, alla creta, alle radici: opera con una precisione millimetrica per creare dal nulla Natività di tutte le dimensioni, che poi si premura di tinteggiare in completa autonomia. E, rispettando un dettame di antichissima origine, "poi il presepe finisce sotto alla campana di vetro, così lo chiedono la maggior parte delle persone, che poi lo espongono a casa non solo durante le festività natalizie ma un po’ tutto l’anno, perché comunque si tratta di un’opera d’arte a tutti gli effetti". La campana di vetro è il rigore, è la tradizione più filologicamente rispettata, ma poi dalla fantasia di Lebano nasce anche molto altro: "A me non bastava mettere il presepe dentro alla campana. Ho pensato che anche molti altri “contenitori” sarebbero stati affascinanti. Ed ecco allora arrivare le lanterne, le bacheche in vetro, e anche le casse degli orologi a pendolo. Sono qui da poche settimane e vedo che l’interesse è già molto. Ora cercherò di aggiungere altri pezzi, anche perché a poco a poco ci avviciniamo al Natale".
Pino Lebano è un napoletano doc, figlio di una gallerista d’arte che "ha tenuto aperta la sua attività dal 1972 al 2015 a Rapallo. Io in mezzo all’arte ci sono cresciuto. Poi, mi sono concentrato sulla parte del restauro e dell’artigianato. Ho svolto e continuo a svolgere anche alcuni incarichi per conto della Soprintendenza. Ma il sogno è sempre stato quello di mettersi in proprio e proporre i miei lavori al pubblico". È bello quando le luci si accendono laddove c’era buio, è ancora più bello se tutto è possibile attraverso un antico mestiere. "Genova e Napoli sono due città con tante caratteristiche comuni. E poi non c’è dubbio: il presepe napoletano è famoso e apprezzato in tutto il mondo. Nel mio laboratorio lo possiamo creare per ogni gusto e con qualsiasi raffigurazione". In “Natale in casa Cupiello” di Eduardo De Filippo, il protagonista rivolge al figlio la domanda entrata di rito nelle memorie teatrali di sempre: “Te piace ’o presepe?”. Adesso anche in via Vallechiara questo sottofondo è una realtà. "Zia Elena - conclude Lebano - faceva entrare solo me tra i suoi nipoti nella sua casa-museo. Crescendo ho compreso perché. Aveva capito tutto di me".















