"Mi ha lasciato sconcertato sentir parlare intorno a Ferragosto di picco, con 500 casi in Italia: lo dico da clinico, non è influenza o covid, e i casi di West Nile da che mondo è mondo iniziano da luglio fino al mese di ottobre. Le zanzare non vanno in ferie, soprattutto con questi climi, arrivano a pungere fino all'autunno quindi casi ce ne saranno ancora. Anche perché le regioni sono quasi tutte interessate, il virus è endemico e i trattamenti sono fatti troppo tardi".
Matteo Bassetti, infettivologo genovese e primario della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, tira le somme di questa estate 2025, dominata in campo medico dalle arbovirosi, West Nile, Zika, Dengue, che hanno caratterizzato le cronache della stagione agli sgoccioli. Infezioni trasmesse da zanzare, legate a doppia mandata alla tropicalizzazione del clima, e se prima si trattava di malattie tipicamente esotiche, la presenza di casi negli ultimi anni anche alle nostre latitudini impone un'attenzione maggiore. Anche perché, spiega Bassetti, la stagione è tutt'altro che terminata. "Non si può definire picco, come si farebbe per l'influenza, per il covid o per ogni altra infezione per la quale ci si contagia per via respiratoria - prosegue l'infettivologo - credo che rivedremo ancora numerosi casi sia nel mese di settembre che nel mese di ottobre. Oltretutto le piogge di questi giorni, il caldo che tornerà ad esserci anche in questo settembre, faranno sì che le zanzare ci dovrebbero ancora fare i conti per almeno un paio di mesi. Dopodiché, quello che è importante dire è che cosa bisogna fare".
La 'lezione' dei casi autoctoni in Europa e in diverse regioni d'Italia richiede una riflessione sul fronte della prevenzione. "Abbiamo iniziato a parlare di West Nile alla fine di luglio e abbiamo fatto gli interventi nella prima settimana di agosto - prosegue Bassetti, parlando delle disinfestazioni - Non esiste che un paese in cui il virus ha dato negli anni passati circa 500 casi all'anno, che sono i numeri degli ultimi 3-4 anni, si arrivi a fare prevenzione nei confronti delle zanzare ad agosto. Quindi per il futuro bisognerà organizzare le cose in maniera diversa".
Piani nazionali, protocolli preventivi. "Ci dovranno essere dei protocolli molto chiari, magari fatti dal Ministero della Salute - continua - in cui si danno dei compiti precisi alle istituzioni locali, comuni e regioni, su quando si deve fare la disinfestazione, chi la deve fare, dove si deve fare maggiormente, cioè zone a rischio, aree vicine a Rsa, vicino agli asili, vicino alle scuole, vicino agli ospedali". Bassetti sottolinea anche la necessità di maggiore attività formativa sui medici, "perché tutti, visto che il virus è evidentemente endemico in Italia, devono saper riconoscere un caso grave di West Nile e quindi in quel caso richiedere determinati tipi di esami. E la terza cosa da fare è fare una maggiore attività anche sulla popolazione", con l'innalzamento di misure che vanno dall'uso di repellenti, all'abbigliamento, alle zanzariere in casa.
Intanto, mentre l'estate vira al termine e si affaccia l'arrivo dell'autunno, si comincia a pensare anche alla prossima stagione, quella influenzale. Alle porte la campagna vaccini 2025-2026: "Guardando a quello che sta succedendo in Australia, dove sono in inverno rispetto a noi, hanno avuto una stagione molto aggressiva - conclude - quindi bisogna mettere in protezione il sistema sanitario e partire presto con la campagna vaccinale".






